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L’interesse per la montagna è il motivo fondante della nostra associazione.

Da 160 anni siamo presenti sia come attività scientifica che come frequentazione portando il nostro contributo di conoscenza a disposizione di tutti. Abbiamo avuto il piacere di confrontarsi spesso con la Regione e con numerose amministrazioni su molti temi, condividendo iniziative e proposte da voi apprezzate, e auspichiamo che ci sia ancora, in futuro, occasione per farlo. Siamo la più antica associazione nazionale, con oltre 330.000 soci, e con 36 presidi territoriali e circa 14.000 soci siamo presenti anche su tutto il territorio regionale. Siamo molto attivi nella formazione ad ogni forma di accesso alla montagna, sulla diffusione di cultura legata alla montagna e alla tutela del suo ambiente naturale, con attività rivolte non solo ai soci ma aperte anche a migliaia di simpatizzanti e alle scuole di ogni ordine e grado, con servizi che vanno dalla manutenzione dei sentieri alla montagna-terapia e alla terapia forestale, dall’alpinismo all’escursionismo, dall’esplorazione e conoscenza dei territori alla loro storia, contribuendo quindi a formare una coscienza ambientale corretta e più consapevole.

La nostra visione di conciliazione fra tutela ambientale e tutela del benessere economico e sociale delle popolazioni residenti si ispira ad un equilibrio fra le vecchie e nuove fasi di crescita economica, che ricercano e promuovono alternative di sostenibilità ambientale.

 

Nella nostra Regione le cose non stanno procedendo, a nostro parere, nella direzione che sarebbe opportuna, non viene dato ascolto a pareri scientifici indipendenti e disinteressati, al fine di assumere decisioni che hanno rilevanti impatti ambientali.

Riepiloghiamo, più sinteticamente possibile, lo scenario che rappresenta alcune situazioni già presenti e di progetti, alcuni già approvati o finanziati, per invitarvi a fare alcune riflessioni auspicando di ricevere attenzione e offrendo la nostra disponibilità ad ogni approfondimento. Vorremmo che la politica regionale si ponesse, e imponesse, positivamente rispetto alle falsità o imprecisioni, interessate, troppo spesso messe in campo da imprenditori che curano esclusivamente i loro affari a scapito della comunità usando l’ambiente che, nel suo complesso, è un bene insostituibile e irriproducibile, che appartiene a tutta la comunità.

 

Analizziamo brevemente le situazioni che appaiono più critiche:

 

1-Alpi Apuane

Ci chiediamo, e vi chiediamo, ormai da anni, come si faccia ad accettare la distruzione progressiva di queste montagne palesando come motivo la pregiata qualità del marmo, quando invece la produzione prevalente della attività estrattiva è quella del carbonato di calcio, che raggiunge l’85% della produzione e che andrebbe fortemente ridimensionata, in

 

quanto attività che non apporta alcun valore aggiunto ai territori locali, né da un punto di vista occupazionale, né tanto meno da un punto di vista della lavorazione in loco. La percentuale di marmo di Carrara destinata a usi artistici è quasi insignificante. La quota in assoluto maggiore di marmo grezzo viene esportato in diversi paesi del mondo. Il marmo lavorato – che ha un valore alto – è destinato a specifici mercati di nicchia e il carbonato di calcio, invece, rappresenta una categoria a sé, che esce dal territorio sotto la voce prodotti chimici.

Sul territorio rimangono solo le esternalità negative dell’attività estrattiva.

Si sceglie di convivere con i danni conseguenti ai residui della lavorazione (marmettola) che inquina i fiumi e le sorgenti, arrecando un danno ambientale non quantificabile al bene primario “Acqua”, così prezioso in questo particolare periodo di siccità dovuto al cambiamento climatico in atto, e facendo così pagare alla cittadinanza i costi per rendere potabile l’acqua dell’acquedotto, come nel caso del Comune di Massa.

E ancora, la non corretta gestione dei ravaneti delle attività estrattive spesso costituisce un fattore di incremento del rischio alluvionale, come è stato dimostrato da perizie tecniche e come è purtroppo noto a seguito delle alluvioni che hanno più volte colpito il territorio della città di Carrara.

Per non parlare del fatto che all’interno del territorio del Parco Regionale delle Alpi Apuane si riattivano cave ormai chiuse da tempo, si tengono aperte e si rinnovano le concessioni alle circa 70 cave presenti nel Parco, con il subdolo equivoco delle cosiddette “aree contigue di cava”, aree in realtà interne e ricomprese a pieno titolo nei perimetri dell’area Parco.

Ancor più grave, si prorogano le pronunce di compatibilità ambientale anche alle imprese che hanno “sforato” il perimetro di lavorazione autorizzato, con danni irreversibili all’Ambiente. Le si sospende semplicemente dalla attività per un minimo lasso di tempo e sotto le mentite spoglie di un piano di ripristino ambientale (come mai si farà a far ricrescere ciò che è stato irreversibilmente tolto!!!) le si autorizza nuovamente a completare ciò che non hanno terminato in violazione della legge.

Il Piano Integrato del Parco non ha ancora visto la luce e comunque la proposta non rappresenta, come abbiamo già avuto modo di evidenziare in altre sedi, la proposta migliore che un Parco degno di questo nome poteva proporre. Ancora una volta gli interessi delle Amministrazioni Locali della Comunità di Parco nel modificare la proposta iniziale hanno dato priorità alle attività estrattive, che ben sappiamo rappresentano un introito per le casse comunali e la sopravvivenza per i Bilanci di piccoli comuni, ma questo a discapito della tutela e conservazione della biodiversità, degli habitat naturali, della tutela di flora e fauna, beni di tutti e indispensabili per tutti, non solo per chi di quella attività trae il proprio profitto imprenditoriale.

 

Va ricordato che l’altissimo tasso di disoccupazione nel territorio, il più alto in Toscana, dimostra come questa monocultura dell’escavazione sia frutto di una scelta politica sbagliata, che porta beneficio a pochi e disperazione a molti. E’ indubbio, per noi, che si debba cambiare, ridimensionando l’escavazione e valorizzando altre attività. E che questo sia un compito che la Politica debba affrontare seriamente e senza ulteriori rinvii temporali.

Il Piano di Indirizzo Territoriale PIT con valenza di Piano Paesaggistico approvato nel 2015, aveva provato nella sua versione iniziale a prevedere una graduale dismissione delle attività estrattive di quelle cave intercluse nel territorio del Parco, ma tutti ricorderanno come il Piano definitivamente approvato si sia allontanato da questa scelta di sostenibilità e di approccio e riconversione di attività non ulteriormente sostenibili.

Attualmente la situazione si sta aggravando ulteriormente.

 

L’ultimo caso è inquietante: il consiglio comunale di Seravezza ha approvato, lo scorso 30

 

giugno, la proposta di un piano di conciliazione per svendere di fatto alla società Henreaux i terreni non di sua proprietà (da sentenza sugli usi civici) in cui estrae marmo. Il voto ha seguito di poco la conclusione del Provvedimento autorizzativo unico regionale (PAUR) che consente alla stessa Henraux di scavare oltre 500.000 metri cubi ulteriori di montagna in dieci anni, aggravando la grave distruzione del Monte Altissimo che ha già comportato lo sbassamento del Picco di Falcovaia oltre all’interruzione dello storico sentiero 31: due decisioni inaccettabili a vantaggio di interessi privati e a danno di quelli di una comunità locale che invece avrebbe dovuto essere tutelata dai propri amministratori, sia comunali che regionali, non solo dal punto di vista della salvaguardia ambientale ma anche da quello del proprio interesse economico.

 

Non meno grave la procedura di PAUR (provvedimento autorizzatorio unico regionale) per la Cava Castelbaito Fratteta, nel comune di Fivizzano, in fase conclusiva, la quale, come da documentazione del proponente (Marmi Walton Carrara), prevede un aggravio del transito di camion sulla viabilità comunale e provinciale, per un totale di 27 viaggi al giorno di camion contenenti blocchi (7) contro quelli di inerti(20) che transiteranno nella strada per Campocecina, in Comune di Carrara. Con buona pace della vocazione turistica di quella zona, sarà necessario lo spostamento del sentiero CAI 174 (perché ovviamente la priorità è l'attività estrattiva!) e la sezione locale di Carrara ha un proprio Rifugio che sicuramente sarà fortemente penalizzato dal transito industriale.

 

 

2-Progetto di una nuova funivia fra la Doganaccia e il lago Scaffaiolo

Si tratta di una idea incomprensibile, irrazionale, ai limiti dell’assurdo. La zona è famosa per i forti venti, e già la funivia esistente ne sopporta i disagi con frequenti interruzioni. Pensare allo sviluppo dello sci invernale su pista è anti storico, tutto il mondo afferma che pensare a impianti per lo sci sotto i 2000 m, è un debito certo per la comunità, lo sapete bene per i significativi contributi pubblici dati anche quest’anno ad Abetone. In inverno, a causa delle condizioni climatiche nevica meno e quando avviene l’innevamento è più breve; in questo progetto esistono altri problemi già denunciati in un altro documento, dovuti alle oggettive difficoltà di collegamento con le piste di sci del versante emiliano in una zona ad altro rischio di ghiaccio, cioè pericolosissimo. Per conoscenza negli ultimi due anni si segnala che quel luogo resta innevato pochi giorni all’anno e le basse temperature della notte, che scendono sotto zero, determinano un’abbondante formazione di ghiaccio, rendendo il luogo inadatto al passaggio degli sciatori. Strade di servizio, scavi per la posa di cavi elettrici, basi di cemento armato e stazioni di partenza e arrivo, quando progettati, saranno assieme ai rimodellamenti delle superfici necessarie, veicoli di erosione e modificazioni idrogeologiche da un lato e di alterazione permanente del paesaggio e dell’ambiente dall’altro.

I problemi di viabilità e parcheggi non sono stati neppure valutati e saranno certamente un problema non indifferente. In estate, la zona è già abbondantemente sovrappopolata e aumenteranno sicuramente i rischi di esporre altre persone, meno preparate a causa della facilità d’accesso al luogo, ai pericoli inevitabili e alle variazioni meteo senza avere soluzioni per offrire ripari adeguati. Non è una prospettiva né ragionevole e né accettabile.

 

3-Impianti eolici sul crinale dell’Appennino

La Toscana, dopo la decisione di autorizzare l’impianto industriale nel Mugello sul crinale principale dell’Appennino, polmone fondamentale per l’assorbimento di CO2 che così sarà pesantemente cementificato perdendo la sua efficacia, è individuata, evidentemente, come terra di conquista da parte degli imprenditori del settore. Con numerose altre proposte.

 

E’ falso ritenere che soluzioni di transizione energetica (pur essendo necessaria) siano la soluzione alla crisi climatica, considerando che, questo aspetto è “solo” il 30% del problema. L’intenzione di non prendere in considerazione l’impatto ambientale (valutazioni ridotte al minimo, anche meno) è aberrante e sottostimare l’impatto paesaggistico, che sarebbe addirittura tutelato dalla costituzione, con torri che sono alte il doppio del campanile di Giotto con visibilità a decine di km di distanza, è un errore macroscopico e annulla inevitabilmente l’attuale grande interesse turistico. Non entriamo in merito ora, non perché meno importanti, ai danni prodotti per la cantierizzazione, per costruire l’accesso a luoghi distanti dalla normale viabilità e per l’aumento dei rischi alluvionali a valle dovuti alla trasformazione di migliaia di metri cubi di terreno in cemento, annullandone la funzionalità di assorbimento delle acque piovane. La prospettiva è quella che si è verificata in alcune regioni meridionali, martirizzate, dove l’energia prodotta è minore di quella stimata, gli impianti hanno grandi problemi di funzionamento e l’ambiente completamente devastato e infrequentabile.

Avete ora scelte importanti su progetti che coinvolgono la Val Tiberina e la Val Marecchia (complessivamente 52 enormi torri) dove le aziende propongono soluzioni inaccettabili, in autonomia, in totale assenza di coordinamento e di qualsiasi pianificazione della gestione del territorio. Sono zone, anche qui come nel Mugello, ad alto rischio idrogeologico.

Queste aziende si comportano come se, in nome della transizione energetica, possono avere la certezza di fare quello che vogliono, senza ostacoli.

 

Abbiamo citato i casi più gravi, ma cosa dire delle proposte di fare una strada forestale nell’Orrido di Botri (forse l’ambiente naturale più suggestivo della Regione), dell’idea di asfaltare il crinale del Pratomagno fino alla croce di vetta in zona completamente disabitata, e altri. Sullo sfondo un’idea diffusa, del fare a qualsiasi costo, trasformando luoghi fragili in zone simili alle invivibili città: qui il turismo di massa porta solo danni, e va incoraggiato e sviluppato un turismo lento ed educato. Per noi lo sviluppo della montagna deve avvenire nei paesi e nei luoghi dove le persone abbiano la possibilità di rimanere, lavorare e vivere decorosamente. Bisognerebbe orientarsi su altri obiettivi quali sono la promozione turistica e delle strutture locali, la produzione dei prodotti tipici, lo sviluppo di reti di sentieri sicuri fruibili, riprendere la manutenzione del territori, la   prevenzione idrogeologica e la gestione dei boschi, abbandonati da decenni.

 

Riteniamo che sia necessario rivedere il modo recente di rapportarsi con la valutazione di impatto ambientale, che non deve bloccare ogni iniziativa ma neppure deve essere aggirata o addomesticata, e non accettare il principio attuale di andare avanti “senza se e senza ma”.

Chiediamo pertanto che gli impatti di cui sopra vengano attentamente valutati trovandoci spesso in aree protette di grande valore con endemismi delicati e da proteggere, Il CAI è pronto a dare il suo contributo in queste valutazioni con i suoi più qualificati soci.

 

Va rifiutato il pensiero del vice presidente della Confindustria Nazionale che afferma “la montagna è un drive per lo sviluppo industriale”. Per noi un terreno di conquista indisponibile e uno spregio al futuro di tutti. Le conseguenze della trasformazione di aree naturali in zone industriali, l’occupazione irreversibile e irragionevole del suolo sono l’origine principale della crisi climatica e delle tragedie che ne conseguono.

 

E’ necessario che la politica, che rappresenta la comunità, recuperi il governo efficace di proposte che vanno contro l’interesse primario di tutti. Se la Regione Toscana arretra invece di avanzare, come pensa di raggiungere l’obiettivo sulla biodiversità per il 2030 posto dall’ Unione Europea, che raccomanda di estendere al 30% del territorio terrestre e marino le Aree Protette entro quella data? Siamo una Regione che non ha istituito nuove Riserve Naturali

 

negli ultimi 10 anni e che ha cancellato le ANPIL, Aree Naturali Protette di Interesse Locale, ponendole al di fuori dei sistemi regionali e nazionali delle Aree Protette, indugiando nel consumo di territorio e in un modello di sviluppo non più sostenibile.

 

Non vogliamo un ambiente idilliaco e irreale, ma che lo sviluppo debba essere sempre

 

confrontato con la sostenibilità.

 

Non a caso la tutela dell’Ambiente è

 

ora a pieno titolo un

 

diritto costituzionalmente garantito, e noi rivendichiamo questo diritto, affinché la Regione Toscana lo persegua nell’interesse di tutti.

Gli errori del passato dovrebbero insegnare, per non ripeterli.

 

 

Cordiali saluti

 

 

 

Il Presidente

 

   


(Giancarlo Tellini)

 

 

 

 

 

 

Firenze 07/07/2023

 

Dopo il periodo della pandemia Covid e qualche mese per riprendersi, torna la voglia di cantare insieme e di ricostituire il gruppo del CORO MISTO SEZIONALE di canti di montagna.

Stiamo cercando voci femminili e maschili per riformare quell’armonia corale, non solo nelle voci, ma anche nell’amicizia e nella voglia di stare insieme,  di sentirsi parte di un gruppo e di impegnarci a mantenere vivo anche questo versante della montagna, anch’esso patrimonio del CAI.

Le prove del coro si terranno due volte la settimana presso la Chiesa Madonna del Cavatore di Bonascola.

Se siete interessati vi preghiamo contattarci alla email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., telefonare in Sezione al nr 0585776782 o al Direttore del Coro Francesco tel 3890226603.

Vi aspettiamo!

 

La commissione regionale della TAM, Tutela Ambiente Montano, sta costituendo alcuni gruppi di lavoro fra i soci delle sezioni CAI Toscane interessati a collaborare per tematiche specifiche; al momento i gruppi di lavoro individuati tratteranno di Eolico, Apuane, Parchi ed aree protette, Scuola, Vademecum per l'escursionismo rispettoso, Patrimonio forestale; estendiamo l’invito a quei soci della Sezione che vorranno contribuire con le loro competenze a questi argomenti specifici.

 

Riportiamo di seguito l'invito della Commissione Regionale TAM alle Sezioni:

 

Con la presente chiedo l'attenzione vostra e delle Sezioni che rappresentate a riguardo di una iniziativa già in essere in altre regioni.

Il lavoro che la CRTAM è chiamata a svolgere a supporto del GR spesso travalica la disponibilità operativa e le competenze che le stessa CRTAM può mettere a disposizione con le proprie forze esclusive, ad esempio con ci troviamo a dover fare osservazioni a progetti o piani che richiedono competenze specifiche in ambiti molto diversi, da quello legale a quelli tipicamente tecnici, oltre ad una profonda conoscenza dei territori interessati.

Un importantissimo serbatoio di competenze al quale fare riferimento consiste proprio negli iscritti nelle Sezioni, che comprendono persone con diverse formazioni e attitudini. Per questo motivo prego voi e le Sezioni che rappresentate di voler considerare la partecipazione attiva nei gruppi di lavoro che di seguito elenco.

I gruppi di lavoro che presento sono stati preliminarmente individuati con una riunione della CRTAM nella quale sono stati invitati gli ORTAM, che si è tenuta il 29 maggio. In quella occasione sono anche state raccolte le prime adesioni, alle quali altre se ne sono aggiunte; successivamente sono state invitate a partecipare le altre Commissioni regionali.

Ci tengo a sottolineare che quella che vi viene rivolta non è una semplice richiesta di partecipazione ma altresì una proposta che può essere integrata e modificata con le indicazioni che da voi eventualmente potranno venire.

 

I gruppi delineati sono i seguenti.

  1. Eolico – è un tema in merito al quale GR, CRTAM e sezioni sono già attivi, si tratta di seguire gli sviluppi delle richieste della istallazione di questi impianti che sempre più frequentemente vanno ad interessare aree montane di notevole pregio e fragili sotto il profilo idrogeologico ed ecologico. Spesso si tratta di redarre osservazioni che richiedono la partecipazione di persone che abbiano competenze disparate, oltre di chi conosce il territorio.
  2. Apuane – anche in questo caso sono numerose le istanze che hanno già richiesto l'intervento del GR, della CRTAM e delle sezioni. Di nuovo si tratta spesso di redarre osservazioni che richiedono la partecipazione di persone che abbiano competenze disparate, oltre di chi conosce il territorio; per questo tema è anche rilevante una azione di monitoraggio e sensibilizzazione.
  3. Parchi ed aree protette – l'idea che sostiene la formazione di questo gruppo è quella di monitorare l'attività degli Enti ed essere di stimolo affinché non perdano di vista, o siano più efficaci, nella tutela dell'ambiente montano ed in generale dell'ambiente, ed anche di sostenerli attivamente nelle loro funzioni che ci sono congeniali.
  4. Scuola – qui i fronti sono diversi, in primis pare necessaria una ricognizione sulle attività delle sezioni, al fine di avere un quadro organico a livello regionale, ma dovremo impegnarci anche nel proporre e stimolare attività nelle scuole per la diffusione della coscienza e conoscenza dell'ambiente montano e della sua corretta frequentazione. In prospettiva pensiamo anche di sviluppare la formazione dei docenti con un corso dedicato (ne fu fatto uno in Toscana qualche anno fa ed altri vengono organizzati in alcune regioni). Non ultima la possibilità di sviluppare forme di diffusione delle conoscenze che ci stanno a cuore con soluzioni originali, da svolgere sul territorio.
  5. Vademecum per l'escursionismo rispettoso – un ORTAM ha redatto una bozza di lavoro; si tratta di proporre un testo di facile lettura che evidenzi quali sono i comportamenti che un escursionista dovrebbe tenere per frequentare l'ambiente montano nella maniera più rispettosa possibile. Si tratta di un lavoro che ha l'obiettivo di proporre un testo che poi verrà rimesso alla valutazione del GR.
  6. Patrimonio forestale – sono noti i problemi relativi al taglio intensivo, apertura di strade di esbosco ect, ma sarebbe forse interessante anche un lavoro conoscitivo che abbia ad oggetto la conservazione, conoscenza e difesa della biodiversità.

 

Ribadisco che questi sono i gruppi di lavoro ad oggi individuati, che possono essere integrati ed eventualmente modificati con le vostre indicazioni; prego tuttavia di voler dare un sollecito riscontro perché vorremmo rapidamente coinvolgere le sezioni e dare concretezza a questa iniziativa, che ci pare un modo concreto e utile per operare nel CAI valorizzando la sua particolare natura statutaria di Sodalizio.

Restiamo in attesa di nuove proposte, di indicazioni e valutazioni in merito a quelle elencate, nonché dell'adesione ai gruppi di lavoro delle persone che pensano di poter portare un loro contributo.

 

 

Un cordiale saluto

Mauro Chessa, presidente CRTAM

     

 

 

Carrara, 27 giugno 2023

 

Stiamo cercando un nuovo gestore per il rifugio CAI Carrara a Campocecina in quanto, purtroppo, l’attuale gestore ci ha confermato che a fine anno cesserà la conduzione del rifugio.

Al momento stiamo raccogliendo manifestazione d’interesse all’attività e invitiamo tutti a estendere l’invito a chi potesse essere interessato a subentrare, eventuali chiarimenti possono essere richiesti per email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

 

Per quanto ovvio, all'avvio dell’attività occorreranno tutte le autorizzazioni necessarie ivi compreso l’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande

 

La zona di Campocecina, nella quale sorge il rifugio è tra le più belle delle Alpi Apuane: costruito nel 1957 e recentemente ristrutturato, il rifugio si trova a 1.320 metri di altezza in posizione dominante la valle di Carrara ed è facilmente raggiungibile in auto da Carrara.

Ottimo punto di partenza per numerose escursioni, consente di arrivare in Lunigiana e nelle valli di Massa.

I prati di Campocecina, adiacenti il rifugio e contornati da boschi, sono molto frequentati da famiglie per gite domenicali sia in estate che in inverno e consentono anche facili escursioni, ad esempio al soprastante Monte Borla 1.469 m e al Monte Sagro 1.749 m, da dove nelle giornate di aria serena la vista spazia sulle Alpi Apuane, sulle isole dell'arcipelago Toscano, Corsica fino al Monviso.

Riportiamo l'articolo pubblicato sul quotidiano La Nazione il 27 maggio 2023

 

 

Una lettera aperta per dimostrare tutta la rabbia. Gli amanti della montagna chiedono a gran voce il ripristino della strada per Campocecina da anni ridotta a un colabrodo e che anche per questa stagione costituirà un grande disagio per chi vorrà raggiungere il Sagro o il rifugio. Buche, frane, dissesto nell’asfalto, smottamenti rendono l’arrivo a Campocecina un’autentica odissea per le persone e per le auto.

Così la presidente del Club alpino, Brunella Bologna, ha deciso di scrivere una lettera aperta alla Sindaca affinché qualcuno decida di mettere mano all’intervento di ripristino e asfaltatura e consenta agli amanti della montagna di poterla praticare. «Il Cai – scrive Bologna – attraverso questa lettera alla Sindaca presenta una richiesta inascoltata da anni.

Il continuo passaggio dei camion per le cave di Campocecina ha irrimediabilmente compromesso il manto stradale dell’unica via, su cui tutti avrebbero il diritto di transitare. Tutti i cittadini che con l’arrivo della bella stagione vorrebbero rinfrescarsi nelle meravigliose faggete alla base del Monte Borla, dove il Cai ha risistemato il rifugio Carrara. Una strada gettonata da cittadini e turisti interessati ai molti sentieri che si snodano intorno al rifugio e che conducono verso la valle di Vinca e la vetta del Sagro.

Tuttavia il dissesto della strada costringe a rinunciare a queste iniziative perché il rischio di danni alle auto o il pericolo per le persone sono veri disincentivi. Il Cai – ricorda Bologna – è impegnato a tenere puliti i sentieri e a rendere fruibile il rifugio, punto di ristoro prezioso, ma una strada intransitabile rischia di vanificare questi sforzi.

Chiedo con il cuore – conclude la presidente – all’amministrazione di mantenere le promesse fatte».

Tuttavia dal Comune fanno sapere che un’altra estate passerà così. L’assessore Moreno Lorenzini dice che «i progetti per ripristinare il cedimento sono alla fase esecutiva. La frana sarà ripristinata con i fondi del Pnrr, che per la questione si aggirano su un milione di euro e i lavori partiranno a settembre per non creare problemi alla circolazione». Dopo l’estate anche il ripristino del disastrato manto stradale. «Dopo l’approvazione del bilancio – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Elena Guadagni –, abbiamo avuto disponibilità di nuovi fondi da destinare alle opere pubbliche. La strada di Campocecina è una delle priorità. La prossima settimana arriverà in giunta il progetto di fattibilità per l’asfaltatura. Si tratterà di interventi mirati a risolvere le maggiori criticità sulla pavimentazione»

 

Prima di una escursione su sentieri di cui non conosciamo lo stato, possiamo accertarci sulla percorribilità sulla pagina Facebook che i gruppi sentieristica delle sezioni CAI Apuane hanno creato:

https://www.facebook.com/profile.php?id=100065043006738

L’immagine di copertina è l’elenco, aggiornato mensilmente,  dei sentieri della Apuane che hanno inagibilità o criticità persistenti, difficilmente rimovibili, o temporanee, che verranno rimosse con qualche difficoltà.

Inoltre, una funzione particolarmente interessante, è la funzione cerca nella pagina, quella con la lente d’ingrandimento; la ricerca consente di ottenere, indicando il numero del sentiero che ci interessa, la selezione di tutti i post che sono stati pubblicati fra cui le difficoltà di percorrenza ma anche gli interventi realizzati dai gruppi sentieristica.

Ovviamente la situazione dei sentieri è aggiornata alle ultime segnalazioni ricevute e non rispecchia lo stato puntuale del sentiero; per questo motivo c’è bisogno della collaborazione di tutti che possono segnalare eventuali difficoltà riscontrate, corredandole con foto e posizione gps, alla propria sezione, nel nostro caso a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Grazie e buone escursioni!

  

La Sezione CAI di Sesto Fiorentino, ha donato alla nostra Sezione la propria joelette, cioè la carrozzina per andare in montagna destinata a persone con problemi di mobilità.

 

L'ausilio motorio, del valore di circa 5.000 euro, fu acquistato quasi due anni fa dalla Sezione CAI di Sesto Fiorentino con una raccolta fondi organizzata in memoria del past president Stefano Selmi. 

 

L'utilizzo presso quella Sezione è però sempre stato limitato, quindi è stato scelto di destinare la joelette alla nostra Sezione che svolge abitualmente con grande impegno e dedizione le escursioni mirate all'utilizzo di questo mezzo, spesso in collaborazione con altre Sezioni

 

Un dono prezioso dalla Sezione CAI di Sesto Fiorentino a conferma del bellissimo lavoro del nostro gruppo Montagna per Tutti; un sentito ringraziamento agli amici e soci di Sesto e a Fabrizio Tinti, responsabile presso “quella Sezione del Progetto Oltre l'Ostacolo”.

dal 8 luglio al 10 luglio - AGUILLE DU ROCHEFORT (MT. 4001) giovedì 16 marzo alle 21:15 in sezione un incontro pre-apertura alle iscrizioni 

dal 30 settembre al 1 ottobre - APPENNINO TOSCANO - CAMALDOLI - LA VERNA - SENTIERO DELLE FORESTE SACRE  per info clicca QUI Iscrizioni aperte dal 3 marzo caparra all'iscrizione € 30,00

 

Nell’ambito del progetto OSM2CAI il nostro sodalizio si è preso l’impegno di completare il censimento su Openstreetmap dei sentieri CAI per aggiornare il catasto sentieri. Fra i primi adempimenti c’è quello di verificare l’esatto censimento dei sentieri CAI confrontandoli con tracce GPS dei singoli utenti. 

Avremmo bisogno:

- Del tracciato GPS dei sentieri

- rilevati con GPS e anche con lo smartphone

- Purché verificati sul campo,  non scaricati da internet

- anche alla rinfusa e senza denominazione.

Puoi trasmetterci i file delle tue rilevazioni per email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Grazie della collaborazione

 

 

Il Club alpino italiano pone un particolare interesse nei confronti dei soci più giovani, nella fascia d’età che va dai 16 ai 40 anni, per valorizzare al meglio il futuro delle nuove generazioni di alpinisti e tramandare, proiettandoli nel futuro, i valori della nostra Associazione, la passione per l’alpinismo e l’attenzione e tutela dell’ambiente montano.

E’ stato istituito pertanto il Gruppo di lavoro “Giovani” che ha per obiettivo di coinvolgere i soci under 40 nella governance dell’Associazione, occupandosi di tematiche relative all'ambiente montano, alla sua frequentazione e alla vita delle Sezioni.

Maggiori informazioni sul progetto ed anche sulla sua nascita e sviluppo le puoi trovare QUI

 

Invitiamo tutti i soci/e che rientrano nella fascia d’età ad aderire al gruppo di lavoro compilando il form online che puoi trovare QUI contribuendo così al progetto diventando un protagonista di questo cambiamento.

Con la presente nota il CAI della Toscana, la CRTAM Toscana, le Sezioni CAI di Carrara, Fivizzano e Massa invitano il Comune di Fivizzano, per quanto di competenza ai sensi della L.R. n. 35/2015 e in relazione all’Autorizzazione all’attività estrattiva, perché obblighi la Ditta Marmi Walton Carrara srl a far effettuare i doverosi e necessari ripristini ambientali indicati al termine del paragrafo 5 del Rapporto Istruttorio allegato alla delibera di Giunta regionale N 1227 del 02/11/2022 D.G.R. n. 1018/2021, a seguito delle gravi criticità derivanti dal mancato adeguamento alla diffida di cui al D.D. n. 7933/2022 e in considerazione del rilevante pericolo per l’ambiente determinato da una irresponsabile gestione nel Sito estrattivo Castelbaito – Fratteta.

 

Inoltre, sempre in ottemperanza al “Provvedimento di revoca” di cui alla delibera di Giunta regionale n. 1227 del 02/11/2022 della D.G.R. n. 1018/2021 di “proroga dei termini contenuti nel provvedimento di VIA n. 22/2014 rilasciato dal Parco Regionale delle Alpi Apuane relativamente al "Progetto di coltivazione della cava Castelbaito Fratteta" ubicata nel Comune di Fivizzano (MS), proposto da Marmi Walton Carrara S.r.l., già prorogato con DGR n. 1274/2019” si invita il Comune perché imponga velocemente alla Ditta Marmi Walton Carrara srl l’effettuazione di tutte le opere di messa in sicurezza correlate alla sospensione dell’attività estrattiva.

 

Il CAI della Toscana, la CRTAM Toscana, le Sezioni CAI di Carrara, Fivizzano e Massa esprimono profonda preoccupazione in merito ai danni ambientali, e ai diffusi impatti in aree di rilevanza naturalistica e paesaggistica assoluta e ad alta vulnerabilità, così come ben evidenziato dal Rapporto Istruttorio allegato alla delibera di Giunta regionale N 1227 del 02/11/2022 D.G.R. n. 1018/2021 causato dalla “coltivazione della cava Castelbaito Fratteta” da parte della Marmi Walton Carrara srl, in un’area che costituisce un rilevante interesse ambientale, insistente nel Parco Regionale delle Alpi Apuane, Global Geopark Unesco, interessata da siti di Rete Natura 2000 (Direttiva 92/43/CEE "Habitat").

 

La cava che opera alle pendici del Monte Borla ormai da numerosi anni, ed ultimamente grazie al provvedimento di VIA n. 22/2014 rilasciato dal Parco Regionale delle Alpi Apuane, poi prorogato dalla regione Toscana fino al 22.10.2022 dalla D.G.R. n. 1018/2021, si sviluppa in due cantieri denominati Castelbaito, cantiere posto ad est e cantiere Fratteta posto ad ovest. Quest’ultimo cantiere è delimitato verso est e verso sud da pregressi fronti di coltivazione che formano una sorta di anfiteatro attorno alla zona di coltivazione, ed è delimitato verso ovest e nord dalla viabilità di comparto. Il cantiere Castelbaito, posto ad ovest del precedente è costituito da due aree contornate verso sudovest da alte pareti di roccia che fanno da corona alla zona di escavazione e che oggi riguarda aree al di sotto della quota altimetrica, ma comunque prossima alla quota di 1200 m. Contemporaneamente alle attività di taglio, in questi anni di attività sono stati creati degli immensi accumuli di detrito che ad oggi sono posti in vari punti del bacino fino a interessate direttamente ed indirettamente i Siti della Rete Natura 2000 ZSC (Zona Speciale di Conservazione) "Monte Borla-Rocca Tenerano" n. IT5110008) e ZPS IT5120015 Praterie primarie e secondarie delle Apuane.

 

Dalla lettura della storia delle Cave Castelbaito-Fratteta e dalla lettura del rapporto istruttorio allegato alla delibera di revoca della PCA, risulta in modo lampante ed evidente che i concessionari abbiano gestito l’attività di estrazione del marmo e tutte le attività connesse, contravvenendo alle minime indicazioni e prescrizioni emesse dagli organi competenti e mettendo spesso in atto azioni che hanno portato ad estese e gravi inadempienze che sono culminate con evidenti danni all’ambiente e alla biodiversità.

 

A titolo di esempio delle gravi inadempienze della ditta, si segnala che una delle prescrizioni della citata diffida prevedeva di “raccogliere e smaltire in conformità alla normativa vigente i fanghi percolati ai piedi del ravaneto che grava nella valle del Fosso della Fratteta e presenti anche sul lato ad est ai piedi del ravaneto, come descritto nel Rapporto Istruttorio” (si fa presente che il fosso Fratteta, dapprima entra in contatto con il ravaneto, per poi attraversare i Siti Natura 2000 ZSC IT5110008 “Monte Borla – Rocca di Tenerano” e ZPS IT5120015 “Praterie primarie e secondarie delle Apuane” dopo circa 100 metri, per cui l’intervento prescritto risulta necessario ai fini della tutela delle specie ed habitat che caratterizzano i suddetti Siti).

 

Un'altra prescrizione obbligava ad “asportare i derivati di estrazione stoccati in aree ad altra destinazione progettuale e in aree vergini esterne al sito estrattivo, ed in particolare i cumuli rilevati in determinate aree identificate nel Rapporto istruttorio del Settore regionale Logistica e cave”. Tali prescrizioni NON sono state ottemperate, a riprova della consuetudine della Marmi Walton Carrara srl marmi a considerare le Apuane come un sito industriale dove la legge non esiste. La mancata ottemperanza alle prescrizioni è stata accertata dal sopralluogo effettuato in data 30/08/2022 da parte di ARPAT congiuntamente al Settore regionale Logistica e cave e ai Carabinieri Forestali. A nostro avviso il mancato assolvimento alle prescrizioni ed il perpetuare una situazione che determina un danno ambientale rappresenta un fatto di assoluta gravità.

 

Occorre considerare che sono fonte di tali inquinanti particolati anche i cumuli di terre e detriti nelle aree di stoccaggio provvisorio, le rampe d’arroccamento e le loro scarpate, la stessa marmettola utilizzata per realizzare le sponde al piede dei tagli, i detriti per i letti di ribaltamento e ogni superficie contenente terre o marmettola (compresi gli attuali ravaneti). Anche i cumuli di detriti e i ravaneti sono una fonte rilevante di marmettola e terre che, dilavate dalle acque meteoriche, inquinano l’acquifero. Pertanto le acque meteoriche dilaveranno da tali superfici marmettola e terre, trascinandole nell’acquifero ad ogni frattura incontrata. Va infatti precisato che l’infiltrazione nel sistema carsico non avviene soltanto all’interno dell’area di cava, ma anche attraverso le fratture presenti nel substrato roccioso dei ravaneti e quelle presenti nell’alveo dei corsi d'acqua (che sono quasi perennemente asciutti proprio perché le acque dilavanti si infiltrano nel substrato fratturato). Ed infatti nella citata diffida, emessa della Regione Toscana D.D. n. 7933/2022 era ben evidenziato il grave stato di compromissione del Fosso Fratteta invaso da marmettola.

 

La problematica degli enormi cumuli di detriti è rappresentativa di una situazione non più tollerabile: i detriti d’escavazione sono accumulati nei piazzali, in aree di stoccaggio temporaneo, (di nome, non di fatto), nelle quali viene effettuata una grigliatura per separare le scaglie dalle terre e in ampie distese che lambiscono i Siti Natura 2000 ed in parte li intercettano. L’asportazione del detrito non è affatto così semplice da attuarsi, e la Ditta ha sempre rinviato il problema alla transitabilità dell’arteria stradale gestita dalla provincia di Massa-Carrara, attraverso i paesi di Tenerano e Monzone. Ma anche se tale arteria un domani tornasse transitabile, avremo una ulteriore grave problematica, connessa al transito di decine di mezzi pesanti attraverso le aree abitate dei paesi di Marciaso, Tenerano e Monzone, con forti ripercussioni in termini di polveri, rumore, traffico. Da una stima contenuta in un documento allegato al PAUR presentato dalla Marmi Walton Carrara srl, relativamente ad un nuovo progetto di coltivazione della cava, sono stimati giornalmente n. 4 camion per trasporto del marmo in blocchi in direzione di Carrara e 12 per il trasporto dei detriti attraverso i paesi di Tenerano e Monzone. Quindi la strada comunale (del Comune di Carrara) che si sviluppa da Foce di Pianza-Campocecina fino al congiungimento con la provinciale Carrara-Fosdinovo sarà sottoposta al transito di 16 camion per un totale di almeno 32 viaggi giornalieri ed una ampia parte di questi si indirizzerà verso i citati paesi della Lunigiana.

 

A seguito di quanto esposto il CAI della Toscana, la CRTAM Toscana, le Sezioni CAI di Carrara, Fivizzano e Massa ribadiscono che il Sito estrattivo Castelbaito - Fratteta vada DEFINITIVAMENTE chiuso e che il nuovo progetto di Piano di coltivazione decennale presentato dalla Marmi Walton Carrara srl debba essere bocciato da tutte le Amministrazioni coinvolte. Risulta altresì indifferibile il ripristino di tutto il sito, da ottenere mediante un progetto che valuti l'utilizzo degli immensi ravaneti, che nel tempo sono stati costituiti nell'area, ma che abbia come esclusiva finalità quella di ottenere la messa in sicurezza e la bonifica dai danni causati in questi decenni di escavazione selvaggia, con gli obiettivi del reinserimento nel contesto morfologico, della ricostituzione delle condizioni idrogeologiche presenti prima che l'attività estrattiva modificasse il deflusso superficiale e la stabilità dei versanti, della rinaturalizzazione dell'area con il reinserimento nel sistema ecologico che è presente nelle ZSC contermini.

 

Solo in questo modo sarà possibile porre termine alla devastazione di un'area di particolare pregio e consegnare alle future generazioni un Sito che sia, seppur morfologicamente alterato dall’escavazione, in sicurezza dal punto di vista idrogeologico e caratterizzato da elementi ambientali e paesaggistici non ulteriormente stravolti.

E' disponibile in sezione il libretto cartaceo delle attività sociali per il 2023; la copia pdf è disponibile fra gli allegati qui sotto insieme ad un elenco completo delle attività cui sonoi state apportate alcune correzioni.

 

Dopo gli anni di blocco per la pandemia riprendono gli incontri dei "Venerdì del CAI", serate di approfondimento di alcuni aspetti della montagna, utili per chi pratica questa attività. L'organizzazione delle serate è a cura della  Commissione Alpinismo CAI Carrara i cui supervisori sono gli istruttori di alpinismo Giananti Massimo e Tonarelli Paolo e si terranno nelle date che seguono alle 21:15 presso la Sede Sezionale del CAI di Carrara, in via Apuana 3 C.

Queste le serate programmate e i temi trattati:

11/11/2022 Introduzione ai Venerdì del CAI + La montagna invernale 
18/11/2022 Cenni sul posizionamento di una corda fissa 
25/11/2022 Cenni sull’esecuzione di una calata in corda doppia 
27/11/2022 Uscita per corda fissa + doppie
02/12/2022 Abbigliamento – Materiali – Attrezzature
13/01/2023 I pericoli oggettivi e soggettivi + cenni Meteo 
27/01/2023 Cenni topografia e orientamento
10/02/2023 La preparazione di una escursione
17/02/2023 Primo Soccorso , alimentazione, allenamento
03/03/2023 Media e alta montagna : i ghiacciai
17/03/2023 Cenni sulla progressione in ghiacciaio
31/03/2023 Storia dell’Alpinismo in Apuane
14/04/2023 Cenni sulla progressione in ferrata
16/04/2023 Uscita in ferrata
28/04/2023 Cenni sulla Catena di Assicurazione

Le date potrebbero essere oggetto di variazione a discrezione dei relatori

 

Prossimi appuntamenti

19
Apr
Anche quest'anno proponiamo gli incontri organizzati dal CAI Carrara sui principali temi della montagna.  Non crediate che vette aguzze e grotte profonde siano

21
Apr
Assieme al gruppo Juniores Classica via ferrata apuana, in ambiente severo e grandioso. Da Ugliancaldo, si prende la

21
Apr
In sostituzione dell’escursione prevista a calendario Anello di Cala Violina, rinviata al 12 maggio, il

28
Apr
(CAI Fivizzano e CAI Carrara) Il monte Braiola domina sul versante lunigianese sia la valle Cravarla, da cui nasce

12
Mag
La costa tra Follonica e Punta Ala si presenta all’escursionista intatta nella sua smagliante bellezza

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Riproponiamo la salita annullata lo scorso anno a causa del maltempo Salire all’Aiguille de Rochefort significa

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Il Pizzo Bernina, seppur localizzato presso il confine con l’Italia, è in territorio svizzero. È la

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