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Commissione TAM

Tutela Ambiente Montano

Le motivazioni di voto contrario al Piano Integrato del Parco delle Alpi Apuane da parte del Consigliere e nostro socio Giacomo Faggioni della Commissione TAM CAI Carrara In evidenza

  

Pubblichiamo la dichiarazione di motivato voto contrario al Piano Integrato del Parco delle Alpi Apuane da parte del nostro socio Giacomo Faggioni (Commissione TAM del CAI Carrara) rappresentante delle associazioni ambientaliste in seno al Consiglio del Parco.

Le argomentazioni di Giacomo evidenziano chiaramente che contrariamente agli sbandierati buoni propositi questo PIP, se approvato, consentirà una ulteriore escalation nell'apertura di nuove cave, anche in aree attualmente non lavorate e in fase di rinaturalizzazione.

Per dare l'idea dell'impatto di tutte queste scelte uniamo le foto relative alla zona interessata alla riapertura della cava "Peghini" in comune di Fivizzano, presso il confine con il comune di Carrara, da cui si accede attraverso il passo della Gabellaccia. Una riapertura di questa cava vanificherebbe qualsiasi intervento di tutela della pregiata area della Rocca di Tenerano e infliggerebbe un duro colpo alla valorizzazione turistico-naturalistica di parti importanti dei territori di Carrara e di Fivizzano. Purtroppo, ancora una volta, si predica benino e si razzola malissimo!

 

Memorandum consegnato agli atti quale dichiarazione di voto.

 

AREE CONTIGUE DI CAVA (BACINI ESTRATTIVI DEL PIT - PPR)

"Non desidero riportare le indicazioni tecniche contenute nel documento redatto da numerose Associazioni ambientaliste: essendo state già inviate a Parco e organi di informazione spero stimolino la discussione anche in altre sedi. Desidero portare all'attenzione dei colleghi e degli organi del Parco nel modo più chiaro possibile le mie personali considerazioni, sperando possano dare spunti di riflessione anch'esse.

Una delle caratteristiche di questo Piano Integrato del Parco è la sensibile diminuzione della superficie delle ACC (Aree Contigue di cava). Con grande e lodevole sforzo di mediazione i progettisti e il Parco sono riusciti a mantenere la percentuale di diminuzione intorno al 51%. Certamente altra cosa sarebbe stata mantenere la percentuale della prima stesura del progetto di Piano. La questione rimane però controversa essendo le ACC attuali in genere notevolmente sovradimensionate, si direbbe per poter scavare per i prossimi 500 anni in molti casi. Includono porzioni di territorio neppure sfiorate dall'escavazione. La diminuzione non è altro che un adeguamento alla normativa che prevede che l'area di cava sia limitata alla zona di scavo, manovra e movimentazione e infrastrutture funzionali. La diminuzione della superficie escavabile di fatto non tocca nessuna aree attualmente oggetto di escavazione. Investimento per il futuro si potrebbe dire. Forse. Non abbastanza. Queste considerazioni non possono che ridimensionare il mio giudizio positivo sul Piano.

Altra circostanza da ridimensionare è la “chiusura” di cave, come si sente da più parti dire forse senza analizzare obbiettivamente le carte o in modo funzionale ad una parte politica. Parliamo più propriamente di “inserimento in dismissione” di alcune ACC. Non si può non notare che alcune cave indicate in questa categoria sono in realtà ferme da anni. Alcune si apprestano a lavorare per i prossimi 5/10 anni per concludere il quantitativo di escavato permesso. Altre vengono contate come doppie mentre di fatto uniche, con unica PCA e unica ditta concessionaria. Queste dismissioni vengono “ottenute” grazie a così dette “compensazioni” che sono di fatto semplicemente nuove ACC, che vanno ad appesantire il carico già enorme dell'attività estrattiva in Apuane. Ricordiamolo: dopo il PIT regionale il numero di cave nel Parco è notevolmente aumentato e sarebbe forse saggio per un Parco naturale interrompere questa escalation. A mio parere non è appropriato parlare di compensazioni ma di spostamenti di fronti di cava. Questa evenienza non può che inficiare la portata della filosofia che ha indirizzato la progettazione del Piano. Per queste considerazioni non possono che esprimere un giudizio di fatto negativo sul Piano.

Prendo brevemente in esame alcuni dei Bacini per i quali espongo indicazioni e pareri, inserendo alcune foto per meglio far capire di quali luoghi stiamo parlando.

Bacino: Solco d'Equi, Cantonaccio scheda PIT PPR 1: in dismissione Col Pelato / Poggio di Sante, unica PCA, unica ditta, per metà non oggetto di escavazione. La foto decisamente esplicativa si riferisce al piano di cava Poggio di Sante. Nel Bacino rimane operante la cava più bassa, più grande ed impattante: Cattani Lisciata. Non possiamo parlare a mio avviso di grande operazione in difesa dell'ambiente. Se poi questa dismissione genera una “compensazione” con l'apertura di altra ACC si genera quanto dicevo poco sopra ovvero un semplice spostamento di un fronte estrattivo. Se la nuova ACC data in “compensazione” si trova in area completamente rinaturalizzata su versante boschivo (cava Peghini) con un impatto fortissimo su tutta una vallata, l'edificio teorico e politico non regge, diventando autolesionismo.

Bacino: Orto di Donna – Val Serenaia scheda PIT PPR 2: diminuzione generale della superficie con suddivisione in due ACC separate, evenienza non del tutto chiara nei suoi effetti futuri. Nessuna dismissione di cave, anzi un ampliamento della superficie di cava F oltre i 1400 m.s.l.m. A cielo aperto. Chiedo si possa indicare l'area di ampliamento come semplice area di movimentazione anziché ACC.O (Area Contigua di cava a prelievo ordinario). L'area è già notevolmente devastata dall'attività di cava. Essendo la fascia di escavazione più alta di quota ad ogni pioggia sversa verso il fondovalle boschivo i fanghi di lavorazione impropriamente lasciati sui piazzali causando danno in area di protezione del Parco. Sarebbe necessario a mio parere un segnale più forte per la salvaguardia di una vallata che ha avuto, e solo in parte continua ad avere, una vocazione turistica come poche altre zone in Apuane. Il Parco in questo caso non dimostra di avere a cuore lo sviluppo delle attività alternative che in altri casi non manca di sostenere e pubblicizzare.

Bacino: Monte Borla, Monte Sagro – Morlungo scheda PIT PPR 4: la dismissione di Cave Crespina prende atto del dato di fatto attuale. Tutta la zona non è altro che uno dei disastri ambientali peggiori delle Apuane, caratterizzata più da vicende legali che di altra natura. Il PIP non opera in modo abbastanza deciso per frenare la devastazione in corso.

Bacino: Monte Cavallo scheda PIT PPR 5: la Acc viene divisa in 3 zone, la portata della dismissione della cava Focolaccia Società Apuana lato Minucciano, pur degna di plauso, è decisamente ridimensionata dalla recente riapertura di Cava Coltelli a meno di 200 m più in basso in pericolosa vicinanza con notevoli cavità carsiche. Anche in questo caso sembra essere più uno spostamento che una dismissione. Da segnalare sul versante massese che non solo si lascia scavare cava Padulello ma addirittura si premia con un ampliamento della ACC in sotterraneo.

Bacino: Fondone – Cerignano scheda PIT PPR 6: Se la superficie escavabile ha una notevole diminuzione generale con l'esclusione da ACC della zona della Mandriola, non mi sembra motivato il notevole ampliamento dell'attuale ACC in sotterraneo di Cava Romana. La circostanza andrà sicuramente chiarita a più livelli.

Bacino: Monte Pallerina, Colubraia scheda PIT PPR 7: dismissione Cava Borrella (ma la ditta ha presentato un nuovo piano di escavazione), dismissione Colubraia e Colubraia Formignacola (già chiusa). Il notevole ampliamento della ACC in sotterraneo nella zona Bancaio Alto da solo “compensa” le aree messe in dismissione, di fatto configurandosi come nuova ACC. A mio parere dovrebbe cadere la necessità di “compensare” il Comune di Vagli individuando ulteriori aree estrattive. E’ a mio avviso un errore inserire come area a prelievo ordinario il grande ravanetto del monte Pallerina Piastrabagnata, sebbene possa essere così indicato nel Pabe comunale. Propongo inserimento come “Ravaneto con asportazione da sottoporre a verifica di dettaglio”.

Bacino: Piastreta Sella scheda PIT PPR 8: notevole diminuzione superficie ACC nella zona sotto l'attuale cava, zona non interessata da escavazione. Il notevole ampliamento della ACC verso la vecchia Cava Bagnoli permette anche una sanatoria sull'escavazione già avvenuta fuori dai confini. Propongo di escludere a scanso di equivoci dal prelievo ordinario la zona d'ingresso della galleria: meglio indicare come zona esclusiva di manovra e ingresso galleria. Inutile dire che questa cava è emblematica di una attività estrattiva devastante ed impattante, una sconfitta degli organi di controllo territoriale e politici.

Bacino: Valsora – Giacceto scheda PIT PPR 9: posta in dismissione l'area alta di Valsora Palazzolo, cava che ha tagliato una cresta principale e abbattuto senza permesso una cima. Intanto la cava riparte con PCA e autorizzazione del Comune di Massa.

Bacino: Canale delle Gobbie scheda PIT PPR 10: notevole ampliamento ACC.S Cava Rigo. A nulla servono diffide e sospensioni per intercettazioni di cavità carsiche e sversamenti.

Bacino: Retro Altissimo scheda PIT PPR 10: La notevole diminuzione della superficie riguarda soprattutto aree degradate di ravaneto. Da registrare l'ampliamento della ACC.S in zona Pennacci e la dismissione della sola parte alta di Cava Buca, già ferma.

Bacino: Borra Larga scheda PIT PPR 13: sensibile diminuzione della superficie ACC. Escluso dall'area il grande ravaneto, nella parte inferiore non asportabile. Come per cava Piastreta propongo di verificare l'area di ingresso in galleria e indicarlo esclusivamente per movimentazione e manovra.

Bacino: Pescina Boccanaglia Bassa, Piscinicchi scheda PIT PPR 14: La progettazione ha subìto alcune variazioni nel corso dei mesi. Attualmente da accordi con il Comune di Carrara la nuova zona di escavazione in Boccanaglia Bassa non viene creata. La zona Piscinicchi rimane ad escavazione contingentata e in sotterraneo.

Il perimetro Parco verso Lorano risulta troppo vicino alla linea di cresta in diversi punti del tutto verticale. Sarebbe opportuno creare un maggior distanziamento dalla linea di cresta. Propongo di porre in area di maggiore vincolo di protezione, invariante strutturale, l'area che va dalla linea di crinale di grande valore geologico e paesaggistico di Crestola/Monte Pesaro fino al Fosso di Pescina, Faggia Grande, Fosso di Calacata e Zucco dell'Urlo.

Bacino: Tre Fiumi scheda PIT PPR 18: La diminuzione più che notevole della superficie ACC per quanto riguarda tutta la fascia alta nel versante del monte Sumbra, area talmente estesa da non configurarsi neppure come area estrattiva. Tutta l'area non è comunque attualmente interessata da escavazione.

Bacino: Canale delle Fredde scheda PIT PPR 19, Acc Gufonaglia: Zona boscosa di fatto già completamente dismessa, in una zona sovrastante la sorgente la Pollaccia che alimenta il lago di Isola Santa, una delle attrazioni maggiori di tutto il Parco delle Apuane. Già la cava bassa delle Fredde si trova sul greto del torrente, quasi completamente rinaturalizzata, il Piano va addirittura a creare una nuova area contigua di cava interclusa in zona Gufonaglia come Acc.Co per materiali ornamentali storici, di fatto impattando su tutto il complesso alpestre del Puntato in area completamente naturale con valenze storica, naturalistica e turistica. Mai scelta poteva essere più sbagliata e autolesionista.

Bacino: Ficaio scheda PIT PPR 21: L'Area a prelievo ordinario è troppo estesa soprattutto nella zona Filucchia [prima area di cava dalla carrabile]. L'attività estrattiva si trova in buona parte in zona Zps/Zsc. Per il contesto paesaggistico di eccezionale valore nel quale è inserita, ai piedi del Monte Procinto, tra i simboli del Geoparco Unesco, il bacino dovrebbe essere messo completamente in dismissione: ritenuto non possibile attualmente si dovrebbe almeno prevedere il prelievo esclusivamente in galleria. Vale la pena verificare con il Comune tale possibilità.

ACC Peghini: non prevista da PIT e PABE, viene creata una nuova area contigua di cava [interclusa] in versante completamente rinaturalizzato boscoso con antica viabilità da preservare e restaurare eventualmente, non certo rendere funzionale al traffico pesante dei moderni mezzi di trasporto. La creazione della nuova area contigua di cava è in contrasto antitetico con la meritoria estensione della zona di protezione sulla Rocca e Tecchia di Tenerano. L'area è in diretta relazione con la sorgente potabile delle Tecchia che afferisce al torrente Bardinello, come da mappatura idrologica della zona pubblicata dalla Regione Toscana. La creazione di questa ACC da sola inficia tutta la filosofia e la volontà di preservazione sottesa al Piano. Da rigettarsi con fermezza."

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