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CAVE DEL SAGRO - LE CONSIDERAZIONI DELLA T.A.M. SULL'AUTORIZZAZIONE ALL’ATTIVITÀ ESTRATTIVA DELLA CAVA CASTELBAITO - FRATTETA (FIVIZZANO) In evidenza

Con la presente nota il CAI della Toscana, la CRTAM Toscana, le Sezioni CAI di Carrara, Fivizzano e Massa invitano il Comune di Fivizzano, per quanto di competenza ai sensi della L.R. n. 35/2015 e in relazione all’Autorizzazione all’attività estrattiva, perché obblighi la Ditta Marmi Walton Carrara srl a far effettuare i doverosi e necessari ripristini ambientali indicati al termine del paragrafo 5 del Rapporto Istruttorio allegato alla delibera di Giunta regionale N 1227 del 02/11/2022 D.G.R. n. 1018/2021, a seguito delle gravi criticità derivanti dal mancato adeguamento alla diffida di cui al D.D. n. 7933/2022 e in considerazione del rilevante pericolo per l’ambiente determinato da una irresponsabile gestione nel Sito estrattivo Castelbaito – Fratteta.

 

Inoltre, sempre in ottemperanza al “Provvedimento di revoca” di cui alla delibera di Giunta regionale n. 1227 del 02/11/2022 della D.G.R. n. 1018/2021 di “proroga dei termini contenuti nel provvedimento di VIA n. 22/2014 rilasciato dal Parco Regionale delle Alpi Apuane relativamente al "Progetto di coltivazione della cava Castelbaito Fratteta" ubicata nel Comune di Fivizzano (MS), proposto da Marmi Walton Carrara S.r.l., già prorogato con DGR n. 1274/2019” si invita il Comune perché imponga velocemente alla Ditta Marmi Walton Carrara srl l’effettuazione di tutte le opere di messa in sicurezza correlate alla sospensione dell’attività estrattiva.

 

Il CAI della Toscana, la CRTAM Toscana, le Sezioni CAI di Carrara, Fivizzano e Massa esprimono profonda preoccupazione in merito ai danni ambientali, e ai diffusi impatti in aree di rilevanza naturalistica e paesaggistica assoluta e ad alta vulnerabilità, così come ben evidenziato dal Rapporto Istruttorio allegato alla delibera di Giunta regionale N 1227 del 02/11/2022 D.G.R. n. 1018/2021 causato dalla “coltivazione della cava Castelbaito Fratteta” da parte della Marmi Walton Carrara srl, in un’area che costituisce un rilevante interesse ambientale, insistente nel Parco Regionale delle Alpi Apuane, Global Geopark Unesco, interessata da siti di Rete Natura 2000 (Direttiva 92/43/CEE "Habitat").

 

La cava che opera alle pendici del Monte Borla ormai da numerosi anni, ed ultimamente grazie al provvedimento di VIA n. 22/2014 rilasciato dal Parco Regionale delle Alpi Apuane, poi prorogato dalla regione Toscana fino al 22.10.2022 dalla D.G.R. n. 1018/2021, si sviluppa in due cantieri denominati Castelbaito, cantiere posto ad est e cantiere Fratteta posto ad ovest. Quest’ultimo cantiere è delimitato verso est e verso sud da pregressi fronti di coltivazione che formano una sorta di anfiteatro attorno alla zona di coltivazione, ed è delimitato verso ovest e nord dalla viabilità di comparto. Il cantiere Castelbaito, posto ad ovest del precedente è costituito da due aree contornate verso sudovest da alte pareti di roccia che fanno da corona alla zona di escavazione e che oggi riguarda aree al di sotto della quota altimetrica, ma comunque prossima alla quota di 1200 m. Contemporaneamente alle attività di taglio, in questi anni di attività sono stati creati degli immensi accumuli di detrito che ad oggi sono posti in vari punti del bacino fino a interessate direttamente ed indirettamente i Siti della Rete Natura 2000 ZSC (Zona Speciale di Conservazione) "Monte Borla-Rocca Tenerano" n. IT5110008) e ZPS IT5120015 Praterie primarie e secondarie delle Apuane.

 

Dalla lettura della storia delle Cave Castelbaito-Fratteta e dalla lettura del rapporto istruttorio allegato alla delibera di revoca della PCA, risulta in modo lampante ed evidente che i concessionari abbiano gestito l’attività di estrazione del marmo e tutte le attività connesse, contravvenendo alle minime indicazioni e prescrizioni emesse dagli organi competenti e mettendo spesso in atto azioni che hanno portato ad estese e gravi inadempienze che sono culminate con evidenti danni all’ambiente e alla biodiversità.

 

A titolo di esempio delle gravi inadempienze della ditta, si segnala che una delle prescrizioni della citata diffida prevedeva di “raccogliere e smaltire in conformità alla normativa vigente i fanghi percolati ai piedi del ravaneto che grava nella valle del Fosso della Fratteta e presenti anche sul lato ad est ai piedi del ravaneto, come descritto nel Rapporto Istruttorio” (si fa presente che il fosso Fratteta, dapprima entra in contatto con il ravaneto, per poi attraversare i Siti Natura 2000 ZSC IT5110008 “Monte Borla – Rocca di Tenerano” e ZPS IT5120015 “Praterie primarie e secondarie delle Apuane” dopo circa 100 metri, per cui l’intervento prescritto risulta necessario ai fini della tutela delle specie ed habitat che caratterizzano i suddetti Siti).

 

Un'altra prescrizione obbligava ad “asportare i derivati di estrazione stoccati in aree ad altra destinazione progettuale e in aree vergini esterne al sito estrattivo, ed in particolare i cumuli rilevati in determinate aree identificate nel Rapporto istruttorio del Settore regionale Logistica e cave”. Tali prescrizioni NON sono state ottemperate, a riprova della consuetudine della Marmi Walton Carrara srl marmi a considerare le Apuane come un sito industriale dove la legge non esiste. La mancata ottemperanza alle prescrizioni è stata accertata dal sopralluogo effettuato in data 30/08/2022 da parte di ARPAT congiuntamente al Settore regionale Logistica e cave e ai Carabinieri Forestali. A nostro avviso il mancato assolvimento alle prescrizioni ed il perpetuare una situazione che determina un danno ambientale rappresenta un fatto di assoluta gravità.

 

Occorre considerare che sono fonte di tali inquinanti particolati anche i cumuli di terre e detriti nelle aree di stoccaggio provvisorio, le rampe d’arroccamento e le loro scarpate, la stessa marmettola utilizzata per realizzare le sponde al piede dei tagli, i detriti per i letti di ribaltamento e ogni superficie contenente terre o marmettola (compresi gli attuali ravaneti). Anche i cumuli di detriti e i ravaneti sono una fonte rilevante di marmettola e terre che, dilavate dalle acque meteoriche, inquinano l’acquifero. Pertanto le acque meteoriche dilaveranno da tali superfici marmettola e terre, trascinandole nell’acquifero ad ogni frattura incontrata. Va infatti precisato che l’infiltrazione nel sistema carsico non avviene soltanto all’interno dell’area di cava, ma anche attraverso le fratture presenti nel substrato roccioso dei ravaneti e quelle presenti nell’alveo dei corsi d'acqua (che sono quasi perennemente asciutti proprio perché le acque dilavanti si infiltrano nel substrato fratturato). Ed infatti nella citata diffida, emessa della Regione Toscana D.D. n. 7933/2022 era ben evidenziato il grave stato di compromissione del Fosso Fratteta invaso da marmettola.

 

La problematica degli enormi cumuli di detriti è rappresentativa di una situazione non più tollerabile: i detriti d’escavazione sono accumulati nei piazzali, in aree di stoccaggio temporaneo, (di nome, non di fatto), nelle quali viene effettuata una grigliatura per separare le scaglie dalle terre e in ampie distese che lambiscono i Siti Natura 2000 ed in parte li intercettano. L’asportazione del detrito non è affatto così semplice da attuarsi, e la Ditta ha sempre rinviato il problema alla transitabilità dell’arteria stradale gestita dalla provincia di Massa-Carrara, attraverso i paesi di Tenerano e Monzone. Ma anche se tale arteria un domani tornasse transitabile, avremo una ulteriore grave problematica, connessa al transito di decine di mezzi pesanti attraverso le aree abitate dei paesi di Marciaso, Tenerano e Monzone, con forti ripercussioni in termini di polveri, rumore, traffico. Da una stima contenuta in un documento allegato al PAUR presentato dalla Marmi Walton Carrara srl, relativamente ad un nuovo progetto di coltivazione della cava, sono stimati giornalmente n. 4 camion per trasporto del marmo in blocchi in direzione di Carrara e 12 per il trasporto dei detriti attraverso i paesi di Tenerano e Monzone. Quindi la strada comunale (del Comune di Carrara) che si sviluppa da Foce di Pianza-Campocecina fino al congiungimento con la provinciale Carrara-Fosdinovo sarà sottoposta al transito di 16 camion per un totale di almeno 32 viaggi giornalieri ed una ampia parte di questi si indirizzerà verso i citati paesi della Lunigiana.

 

A seguito di quanto esposto il CAI della Toscana, la CRTAM Toscana, le Sezioni CAI di Carrara, Fivizzano e Massa ribadiscono che il Sito estrattivo Castelbaito - Fratteta vada DEFINITIVAMENTE chiuso e che il nuovo progetto di Piano di coltivazione decennale presentato dalla Marmi Walton Carrara srl debba essere bocciato da tutte le Amministrazioni coinvolte. Risulta altresì indifferibile il ripristino di tutto il sito, da ottenere mediante un progetto che valuti l'utilizzo degli immensi ravaneti, che nel tempo sono stati costituiti nell'area, ma che abbia come esclusiva finalità quella di ottenere la messa in sicurezza e la bonifica dai danni causati in questi decenni di escavazione selvaggia, con gli obiettivi del reinserimento nel contesto morfologico, della ricostituzione delle condizioni idrogeologiche presenti prima che l'attività estrattiva modificasse il deflusso superficiale e la stabilità dei versanti, della rinaturalizzazione dell'area con il reinserimento nel sistema ecologico che è presente nelle ZSC contermini.

 

Solo in questo modo sarà possibile porre termine alla devastazione di un'area di particolare pregio e consegnare alle future generazioni un Sito che sia, seppur morfologicamente alterato dall’escavazione, in sicurezza dal punto di vista idrogeologico e caratterizzato da elementi ambientali e paesaggistici non ulteriormente stravolti.

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