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Documento CAI Carrara al Presidente della Comunità di Parco, Riccardo Tarabella, ai Sindaci della Comunità di Parco e al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

Non è compito del Club Alpino Italiano formulare o suggerire nominativi per la nomina del Presidente del Parco Regionale delle Apuane.

Tuttavia questa storica sezione di Carrara del Club Alpino Italiano, fondata nel 1888, la più esposta forse fra le sezioni apuane all’impatto invasivo delle attività di cava verso le nostre montagne, rivendica con orgoglio di essere stata il primo soggetto promotore della istituzione del Parco, con la raccolta delle firme avvenuta nei primi anni ’80.

A distanza di oltre 30 anni non possiamo nascondere una delusione profonda: a una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, abbiamo viceversa assistito all’affermazione di una visione meramente economicistica: il compito del Parco è parso sì quello di promuovere il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali, ma esclusivamente attraverso azioni volte a tutelare e privilegiare le sole attività estrattive presenti in area parco, facendo così del Parco delle Apuane quasi una associazione di categoria piuttosto che un Parco Naturale. Un parco concepito come azienda che deve essere produttiva così da giungere all’assurdo di introdurre royalties anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione e tutela. In tale sofferenza identitaria nella quale la cultura naturalistica e ambientale ha subito una degradazione vistosa, la presidenza Putamorsi ha segnato il punto più basso di una triste parabola discendente, arrivando a promuovere battaglie contro la stessa area protetta e contro il Piano Paesaggistico della Regione. Il Parco nasce con un patto tra le comunità locali e la Regione affinchè il governo dell’area tutelata sia fatto in modo congiunto. I soggetti responsabili di tali princìpi fondativi non possono consegnarsi, a nostro avviso, ad una politica al ribasso sul piano delle nomine, sorda alla spinta ideale della cultura e della scienza, e attenta invece alla sola logica degli interessi corporativi. Siamo invece convinti che la nostra splendida realtà territoriale sia in grado di esprimere una figura di livello e passione, dove merito e competenza appaiano netti e trasversali. Occorre una figura ben preparata in materia di aree protette e biodiversità, attenta al proprio patrimonio paesaggistico, forestale, idrogeologico, floro-faunistico, e che ami la propria terra, affinchè la tutela di uno degli ecosistemi più straordinari della Toscana e d’Europa non resti solo uno slogan ma si traduca in politiche di conservazione e valorizzazione sostenibile del più grande patrimonio di biodiversità, geodiversità e sorgenti carsiche di tutta la Toscana.

sullo Scarpone una diretta presa di posizione della Presidenza Generale sul medesimo tema: https://goo.gl/wtMuKE

Club Alpino Italiano Sezione di Carrara

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