La mia voce ormai è poca, è tanto faticosa questa scalata. Mentre prendo fiato, tra uno spigolo e l’altro, controvento leggo tutta la mia vita. Vedo gli occhi di mio figlio che suona il suo dolore. Mi fermo davanti alla roccia, vi porgo le braccia e scalando il mio respiro, comincio a pregare. Quel fumo che mi esce dalla bocca e dalle labbra è il suo calvario. Sento le gambe stanche, mi fermo su di un prato, raccolgo una margherita e costruisco il suo canto. Scalo sul suo cuore. Un piccolo pugno di neve secca è il suo perdono, mentre…