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A fine novembre il socio storico della nostra Sezione Renzo Gemignani è stato nominato socio emerito del SAST Soccorso Alpino della Toscana, un riconoscimento riservato a quei soci che, all’atto della loro cessazione dai ruoli, si siano particolarmente distinti nell’espletamento del proprio servizio

 

Renzo, volontario per ben 48 anni, ha contribuito in prima persona alla nascita del S.A.S.T. e dell’Elisoccorso Toscano; ha più volte rivestito il ruolo di Capostazione e di Delegato della Stazione di Carrara e si è sempre distinto, in prima persona, per le grandi doti tecniche e alpinistiche, per l’ineguagliabile conoscenza del territorio di competenza, nonché come leader, sempre presente e attivo all’interno del soccorso alpino. Ma soprattutto non va dimenticato il suo grande altruismo e spirito volontaristico.

 

Un grande impegno con un ricco curriculum personale:

 

nel 1968 presenta domanda per entrare nel Soccorso Alpino Stazione di Carrara. Non ancora entrato ufficialmente, partecipa da subito ad interventi di soccorso alpino, tra l’altro in prima persona col recupero di due alpinisti emiliani morti sulla Cresta di Nattapiana al Pizzo D’Uccello in invernale, uno scout morto nella Buca della Miniera al Monte Freddone ed un alpinista morto alla Foce del Pollaro al Monte Sagro. Nel 1970 entra ufficialmente nel Soccorso Alpino, allora con sigla C.N.S.A. Stazione di Carrara. La Stazione di Carrara era una delle quattro Stazioni, insieme a Lucca, Massa e Querceta, che componevano la XVII Delegazione Apuana. A quell’epoca tutte le stazioni insieme collaboravano durante gli interventi di soccorso alpino. Abramo Milea, fortissimo alpinista di Querceta, era il Delegato.

Nel 1972 Renzo ha partecipato al corso per Tecnici di Soccorso Alpino al Monte Bianco.

Nel 1980 ha partecipato al corso di Aggiornamento Tecnico su ghiaccio e neve in Marmolada. Ha partecipato a diversi corsi di aggiornamento/verifiche organizzati dalla Delegazione. E’ stato per due volte Capostazione di Carrara e per due volte Vice Capostazione, entrambe le volte per due mandati successivi, fino a dover uscire dal soccorso per limiti di età a 75 anni.

 

Ricco anche il suo Curriculum alpinistico

Nel 1965 ha partecipato al corso di Alpinismo organizzato dalla Scuola Tita Piaz di Firenze. Nel 1965 ha partecipato al Corso per Portatori al Monte Bianco. Nel 1967 ha partecipato al secondo corso Roccia organizzato sempre dalla Scuola Tita Piaz di Firenze. Nel 1968 ha partecipato al Corso di Perfezionamento organizzato in Dolomiti dal CAI di Bologna. Nel 1969 ha partecipato al Corso di Alpinismo del CAI di Carrara. Dal 1972 al 1983 è Istruttore di Alpinismo in diversi corsi organizzati da diverse sezioni CAI Toscane.

E’ diventato Accompagnatore di Alpinismo Giovanile frequentando il primo corso istituito in Toscana ed Emilia Romagna. Ha salito le più importanti e prestigiose vie Normali di tutto l’arco alpino, con numerose vette sopra i quattromila metri, tra cui Monte Cervino, Tour Ronde (da diversi itinerari su neve e ghiaccio), Grande Jorasses, Mont Dolent, Sperone della Brenva, Dente del Gigante, Tacul (da diversi itinerari su neve e ghiaccio), Monte Bianco (da diversi itinerari), i Liskam (traversata), Grand Zebrù, Bernina, Ortles, Cevedale, Rutor, Gran Paradiso (da diversi itinerari su neve e ghiaccio), Ciarforon, Polluce (da diversi itinerari su neve e ghiaccio), Punta Zumstein, Corno Nero, Ludwigshoe, Piramide vincent, Punta Giordani, Castore (da diversi itinerari su neve e ghiaccio), Punta Perrot, Piz Palu, Marmolada. In Alpi Apuane, iniziate a frequentare dal 1958, ha aperto con Silvano Bonelli dal 1965 al 1970 varie vie alle Torri della Vacchereccia, alla Roccandagia, ha effettuato la 1° Invernale alla Nord del Monte Sagro, ha salito numerosi itinerari di roccia (ripetizione di più di 200 vie), in particolare tutte le salite della Nord del Pizzo d’Uccello, facendone anche delle varianti sempre con Silvano Bonelli, ha salito tutte le vette delle Alpi Apuane in condizioni invernali e numerosi canali ghiacciati, in particolare la Bagola Bianca, la Cresta della Mirandola, la Cresta della Forbice, la Cresta di Nattapiana, la Cresta Garnerone-Grondilice, la Traversata del Monte Cavallo, il versante Est della Tambura, la Cresta di Gialunga, il Canal Cambrone, il Monte Contrario.

E’ stato 5 volte in Himalaya Indiano come Capo Spedizione, ha salito l’Aconcagua (m. 6962), ha salito il Toubkal (m. 4168) nel Grande Atlante in Marocco

Fra le varie componenti della quota associativa annua una voce del costo del bollino è rappresentata dalle coperture assicurative di cui beneficiano tutti i soci iscritti al CAI; per fare un po’ di chiarezza è bene aver presente quali sono quelle già comprese e quelle che possono essere attivate a condizioni particolarmente vantaggiose.

 

COMPRESE NELLA QUOTA ASSOCIATIVA

  • Soccorso Alpino, garantisce i rimborsi dei costi derivanti dagli interventi in tutta Europa, Svizzera compresa, a seguito di incidenti in montagna sia durante l’attività sociale che individuale. La polizza prevede il rimborso ai Soci di tutte le spese sostenute dal Soccorso Alpino e ricomprende molte attività (Es sci su pista, snowboard ecc), i massimali previsti sono Rimborso spese: fino a € 25.000,00 e diaria da ricovero ospedaliero: € 20,00/giorno per massimo 30 giorni; esiste la possibilità a pagamento di copertura extraeuropea. Questa copertura assicurativa è importante in quelle regioni dove il servizio sanitario nazionale non si fa carico degli oneri del soccorso.
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  • Gli infortuni dei Soci, nel corso della loro partecipazione all’attività sociale (quindi solo durante le uscite e le attività connesse alla vita della Sezione e preventivamente deliberate dagli organi competenti), sono previsti rimborsi per infortuni i cui massimali sono: caso morte € 55.000,00 caso invalidità permanente € 80.000,00 rimborso spese di cura € 2.500,00, su queste cifre esiste una franchigia (importo iniziale non pagato) di € 200,00; inoltre pagando € 5,50 al momento del versamento della quota annuale esiste la possibilità di raddoppiare i massimali, 
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  • La Responsabilità civile terzi per i danni involontariamente causati a terzi nel corso di attività sociali, che determino la morte, lesioni personali e danneggiamenti a cose e/o animali.
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    NON COMPRESE NELLA QUOTA ASSOCIATIVA MA ATTIVABILI SEPARATAMENTE PER LE ATTIVITA’ INDIVIDUALI

  • polizza infortuni estesa anche alle attività individuali quali alpinismo, escursionismo, speleologia, scialpinismo ecc, versando 126,50 euro, con i massimali ordinari, o 253,00 per avere i massimali raddoppiati
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  • responsabilità civile terzi estesa anche alle attività individuali per i danni causati a terzi purchè attinenti al rischio alpinistico, escursionistico ecc ed estesa ai familiari associati costo 12,50 euro
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    trattandosi della sintesi di un argomento molto ampio, si invitano i soci a prendere visione delle maggiori informazioni rilevabili sul sito CAI o a chiedere in Sezione.

     

    presentazione del libro "L'altezza della libertà" Viaggio tra l'essenziale bellezza delle Alpi Apuane che si terrà al Rifugio CAI Carrara di Campocecina Venerdi 5 Luglio alle 21.00

    Saranno presenti Gianluca Briccolani, l'autore del libro, socio C.A.I. della sezione di Firenze, e Marco Baglioni della Walden Viaggi, La serata avviene alla conclusione della traversata delle Apuane organizzata dalla Walden viaggi, di un gruppo di persone provenienti da tutta la Regione.

    "Ero ormai deciso, nell'anno del mio quarantesimo timbro su questa terra: con una lunga e amorevole carezza lungo la schiena Apuana, avrei fatto l'amore con tutte le mie adorate cime". Il desiderio di una vacanza dello spirito, lontano dal caos del mondo urbano, porta Gianluca a salire sulle vette delle Alpi Apuane, in un percorso in solitaria alla scoperta di una natura selvaggia e affascinante. Il bagaglio è leggero, l'equipaggiamento ridotto al minimo, la macchina fotografica e il cellulare quasi sempre spenti, ma i sensi sono pronti ad ammirare i panorami mozzafiato, assaporare la pace dell'alta quota, osservare i particolari unici della flora e della fauna. Il viaggio termina a valle, a Viareggio, dove l'autore si concede un bagno in mare. Ma uscito dall'acqua, alzando gli occhi ai suoi monti, sa che molto presto tornerà a incontrarli.

    Una bella occasione per parlare delle nostre Apuane e per passare una serata al fresco.

    il coro ad Antona (Gennaio 2019)Le Coriste Apuane saranno presenti nei giorni 14, 15 e 16 Giugno al Festival Corale ImagnaCanta 2019, organizzato dal Coro CAI La Combricola di Sant’Omobono Terme, in provincia di Bergamo.
    La manifestazione, alla seconda edizione, vedrà esibirsi in varie località della valle, una delle tante delle prealpi bergamasche, 14 cori, 12 provenienti del nord Italia, uno dall’Ungheria. A noi, che ci fregiamo del titolo di più meridionali del lotto, il compito di testimoniare che anche un gruppo toscano, per di più di sole voci femminili, è in grado di cimentarsi con un repertorio di classici canti della montagna.
    Due i concerti che ci attendono, il primo in una suggestiva chiesetta isolata, il secondo nel pieno centro del capoluogo della valle, per un totale di 12 canti. Presenteremo brani della tradizione SAT, come “La vien giù da le montagne” e “Preghiera a S. Antonio”, ed altri del formidabile armonizzatore Paolo Bon, come “Som, som” e “L’anello di Ninetta”, ma porteremo anche sapori di casa nostra con i brani “La sera sui monti”, autore don Italo Bianchi e dedicato alla natia Garfagnana, e “La neva”, autore Alessandro Buggiani, direttore del Coro Monte Sagro, su testo di Auda Fucigna.
    Un impegno che affrontiamo certo con un po’ di timore, visto che per noi è la prima esperienza di questo tipo, ma con la determinazione che nasce dal tanto lavoro di preparazione affrontato. Ancora una volta, l’auspicio è di contribuire, nel nostro piccolo, a tenere alto il nome della Sezione.

    Proseguono gli incontri in Sezione sulla storia dell'alpinismo, questa serata dedicata a Destivelle Catherine, una delle migliori arrampicatrici francesi degli anni ottanta e una delle più forti alpiniste francesi degli anni novanta.

     

     

    escursione di media difficoltà, il ritrovo è alle ore 08,00 in piazza Matteotti (Farini) a Carrara con mezzi propri, ci porteremo a Colonnata dove le due comitive si divideranno. La comitiva “A” per più esperti, salirà a Cima d’Uomo per scendere poi alle case del Verghetto e da qui si porterà al monte Tamburone ed infine al “David” di Kobra ; la comitiva “B”, più tranquilla, con il nuovo sentiero salirà alla Croce del monte Tamburone per giungere poi al “David” di Kobra, dove sarà offerto a tutti i partecipanti alle due escursioni, un panino con lardo di Colonnata, un bicchiere di vino ed una fetta di dolce; una volta rifocillati, la comitiva “A” scenderà a Colonnata per il nuovo sentiero, mentre la comitiva “B” proseguirà per le case del Vergheto e scenderà poi a Colonnata, termine della gita per le due comitive.

    L'escursione è compresa nell'iniziativa dell'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Carrara "Festival dello Sport": sei mesi di attività «dal mare ai monti» con diverse escursioni scelte per far conoscere il paesaggio montano del nostro territorio a tutti i cittadini e turisti.

    Larderie di Colonnata che hanno contribuito con il lardo: Larderia Fausto Guadagni, Larderia Sanguinetti, Le Larderie Battella e Larderia Mafalda

    iscrizione obbligatoria al costo di 3,00 euro, biglietti presso:
    CAI - via Apuana
    AVIS – Via Monterosso
    PUBBLICA ASSISTENZA – Via Roma
    FALP LAMPADARI – Via Carriona

    Storia 

    Dal libro “1888-2018 Una grande storia”

    Un lungo viaggio con la montagna nel cuore

     

    Breve storia della Sezione CAI Carrara

    La passione per il proprio lavoro di ricerca nell’ambito geologico, congiunto ad sentimento di attaccamento alle sue amate Apuane e i rapporti di lavoro che lo avvicinavano a Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano, concorrono in Domenico Zaccagna all’idea di fondare un Club Alpino, che diverrà la prima Sezione del territorio apuano. La data della sua costituzione fu il 13 febbraio 1888. La notizia sarà data anticipatamente al giornale locale “L’eco del Carrione”, che il giorno 15 gennaio 1888 uscì al pubblico con il seguente articolo: «…abbiamo ricevuto la circolare diramata dai promotori per la costituzione in Carrara di una Sezione del Club Alpino Italiano, e facciamo plauso all’operosità dei benemeriti promotori, che in breve tempo hanno saputo raccogliere l’adesione di ben 100 cittadini, a divenire Soci della Sezione stessa…». Nasce cosi, in un paesaggio dominato da suggestivi e silenziosi pinnacoli in pietra aggettanti sulla città di Carrara e la riposante trasparenza del mare, la Sezione di Carrara. Il primo Presidente sarà Domenico Zaccagna, che per motivi che vanno ricercati nell’ambito lavorativo, lo portano spesso ad allontanarsi dalla sua città. Rassegnerà, nell’ottobre del 1888, le proprie dimissioni. Come suo successore fu eletto Felice Momo, a D. Zaccagna gli fu assegnato l’incarico di Delegato alla Sezione Centrale. Dopo l’autorizzazione avuta dalla Sede Centrale di Torino per costituirsi in Sezione autonoma (la lettera fu spedita il 20 febbraio 1888) finalmente i 138 Soci inaugurarono nello stabile Passani in via Santa Maria la prima Sede, non distante dall’abitazione di D. Zaccagna. Inizia la programmazione di tutte le attività sezionali, tra cui la prima escursione ufficiale datata 21 giugno 1888. Nel 1891 verrà eletto a Presidente del Sodalizio Cherubino Binelli, il quale rimarrà in carica fino al 1894/5. Questa data sarà ricordata per i famosi Moti di Lunigiana, che contribuiranno, anche se indirettamente, alla chiusura della Sezione CAI di Carrara. Per gli interessati verrà a mancare un punto di riferimento, un luogo di incontro in cui era possibile ascoltare e condividere le proprie emozioni e dibattere sulla passione che li accomunava: la montagna. Passeranno circa 40 anni prima che a Carrara si ricreeranno le condizioni per istituire una nuova Sezione e dare nuovamente alla città un punto di riferimento per coloro che continuarono a frequentare la montagna. Nel 1936, dopo alcuni tentativi fatti l’anno precedente, viene rifondata la Sede. L’avvenuta ricostituzione sarà opera dell’architetto Carlo Vianello, il quale ne diverrà Presidente fino al 1944. Facendo una comparazione tra questi due periodi storici, la nascita e la rifondazione, si comprendono subito le difficoltà che accomunarono le due date: il 1888-1894/5 per la rivolta operaia sfociata nei Moti di Lunigiana, che portò la provincia di Massa Carrara a sopprimere di autorità tutte le associazioni sorte in quel periodo, tra cui anche la Sezione CAI, e il 1936-1945 funestato dal regime fascista. Dopo i fatti dell’8 settembre 1943 inizia una nuova fase in cui viene messa nuovamente a rischio la tenuta della Sezione di Carrara: la sede fu saccheggiata e molto del suo materiale di archivio andato disperso. Una frase, che sintetizza tutto lo sgomento di quegli anni è riportata da Plinio Volpi in una intervista del 18 marzo 1952: «[…] con la Patria anche’essa fu travolta nella rovina. Ogni suo patrimonio: morale e materiale fu disperso; gli appassionati, “i veci”, amareggiati in tanto caos, assistettero supini al suo sfaldamento». Proseguendo nel successivo capoverso si intuisce la passione che animava le persone che si accollarono questo gravoso compito: «[…] fu, infatti, durante il raduno organizzato dalla Sezione di Viareggio per l’inaugurazione del rifugio “Pietrapana”, sul finire dell’anno 1949, che, con un gruppetto di amici, parlando con il Presidente generale Bartolomeo Figari, che si decise la risurrezione della Sezione. Oltre, ben si intende, che per amore di questo sport che è tutta la nostra passione, anche per il decoro di questa Città che giustamente si erge a culla e Capitale delle Apuane». Fu sul finire del 1949, sotto la presidenza di Stefano Pietro Andrei (1948-1949), che il CAI di Carrara risorgerà dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale. Le conseguenze della guerra furono pesanti e ricostruire su macerie, sia materiali che morali, non fu semplice per coloro che avevano nelle intenzioni la voglia di riscrivere un nuovo capitolo per il futuro.

    Sempre nell’intervista Plinio Volpi ricorda con un breve discorso le parole del prof. Vico Perutelli (1950-51): «…dopo i preliminari con la sede Centrale e il relativo saldo di un vecchio debito lasciato da alcuni sfortunati volenterosi che mi precedettero nel compito, il giorno 15 giugno 1950 iniziai il nuovo tesseramento. Assunsi la carica di Presidente provvisorio, con l’impegno di organizzare al più presto l’Assemblea generale dei Soci per procedere alla elezione delle cariche sociali avvenute il 15 agosto 1950. Contavamo a quella data una cinquantina di elementi».

    Nonostante la guerra incombesse in ogni angolo delle Apuane la voglia di frequentare la montagna e dare ancora un senso alla Sezione per cui esistere era ancora molto partecipato, come si evince dal diario di Sauro Fontanesi gentilmente donato dal figlio Giorgio il 10 febbraio 1988.

    Nel diario sono riportate numerose escursioni effettuate tra il 1942 e il 1944, insieme ad altri Soci. Una, tra queste, la riproponiamo così come la scrisse Fontanesi: «2 gennaio 1944. Carrara ore 13.30, Codena, Bergiola, cave, case e prati, Rocchetta, Brugiana, Bergiola, Codena, Carrara ore 18.30. Unico partecipante Carlo Chiappe. Di seguito proponiamo la piccola relazione relativa all’escursione: «Splendida giornata, bella visione delle Alpi Apuane. Veduta, ad occhio nudo, delle Alpi Marittime, della Corsica, dell’Elba, della Capraia e della Gorgona». Da quassù, al di là del mare, videro anche riaccendesi la speranza in un futuro migliore. E da questa speranza il faro riprenderà ad illuminare la via.

     

    La determinazione e l’amore di un gruppo di persone, nei confronti del proprio territorio, sono stati più forti dei soprusi subiti. La Sezione di Carrara ha retto l’urto della barbarie nazi-fascista solo grazie alla volontà di questi uomini che hanno difeso un baluardo di libertà contro le ingiustizie.

     

    Il C.A.I di Carrara sarà sempre, oggi come allora un baluardo, utile come il faro per il marinaio ad indicare, a coloro che hanno la montagna nel cuore, che l’obiettivo di ciascuno dovrà essere quello di tenere fermo e ben saldo lo sguardo verso il futuro, per sostenerlo nel suo cammino verso i 150 anni di attività. Solo così il faro sarà ancora lì ad indicare il cammino. 

     

     

    Dedicato a tutte le persone di buona volontà,

    che nel corso degli anni hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo della Sezione.

     

    Alla tenacia per non aver mai capitolato e per aver vinto una sfida all’apparenza impossibile.

    StoriaAlle future generazioni che avranno l’onore di condurci verso il traguardo dei 150 anni di attività

     

    Dalla Poesia “Scalatori con le ruote”

    «….. le nostre sedie saranno sempre pronte a scalare e donare una foglia di senso all’amicizia, senza barriere e senza inutili dune»

                                                                                                                                                      Valentina Lodi :  2015

     

    ….. e a tutte le persone che come Valentina hanno la montagna nel cuore.

    Pubblichiamo l'iniziativa del Soccorso Alpino.

    Una buona prassi che può fare la differenza, il Soccorso Alpino e Speleologico della Toscana (SAST) stazione di Carrara-Lunigiana, ha predisposto un modulo da lasciare esposto sulla nostra auto quando andiamo in montagna; uno strumento utile per aiutare i soccorritori e concentrare le ricerche dove ce n’è bisogno. Sperando che non capiti mai … aiutiamoli ad aiutarci!

     

     

     

     

    in anteprima online il calendario delle escursioni per l'anno 2019, il libretto stampato sarà disponibile a breve in sezione. Clicca sull'allegato per scaricarlo online. 

     

    dal mese di dicembre sono aperte le iscrizioni alla sesta edizione del Grande Trekking che si terrà a Carrara il 26 maggio 2019; oltre agli altri punti ci si può iscrivere anche in Sezione tutti i lunedì e venerdì dalle 18.30 alle 19.30.

    Anche quest'anno due categorie a cui ci si può iscivere:

    1. Trail Running (corsa agonistica)
    2. Walk Trail (camminata libera non competitiva)

     

    Il costo per l’iscrizione alla GT WALK Trail è € 12 per i soci C.A.I. in regola con il tesseramento 2019

    per i non soci:

  • € 12 fino al 15/1/2019
  • € 15 fino al 20/4/2019
  • € 20 fino al 20/5/2019
  • La quota di iscrizione comprende i seguenti servizi organizzativi e di assistenza:

  • Pettorale numerato personalizzato con proprio nome (con iscrizione effettuata entro il 18/05/2019 per motivi organizzativi).
  • Maglietta tecnica GT6
  • Spilletta ricordo
  • Omaggi nel pacco gara forniti da sponsor e/o aziende locali
  • Ristoro veloce nel borgo di Fontia (Proloco Fontia)
  • Assistenza sanitaria e soccorso
  • Servizi logistici e di navetta (pulmini per recupero ritirati)
  • Per maggiori informazioni e per il regolamento clicca QUI

     

     

     

    Da CNSAS, 14 maggio 2019

     

     


    Riceviamo dal Soccorso Alpino stazione di Carrara e Lunigiana il seguente comunicato:

    Condizioni della montagna
    Ennesima nevicata lunedì per questo inverno che non vuol finire. Rimangono le stesse condizioni della settimana precedente e ancora una volta dobbiamo assolutamente consigliare di portare con sé piccozza e ramponi e di valutare attentamente il percorso scelto in base alle proprie capacità.
    Non rinunciate a tornare indietro alle prime difficoltà.
    Buona montagna a tutti.

    In foto da Cerreto, Casarola e Succiso oggi

     

     

     

    Comune di Carrara:
    –   Sindaco, Francesco De Pasquale
    –   Assessore all’Ambiente, Sarah Scaletti
    –   Assessore al Marmo, Alessandro Trivelli
    –   Dirigente Marmo e Ambiente, Franco Fini

    Regione Toscana:
    –   Presidente, Enrico Rossi
    –   Ass. Infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli

    Oggetto:  Osservazioni al piano di coltivazione della cava 102-Calocara A (Gemignani e Vanelli Marmi srl), coordinato con il gruppo di cave Betogli-Calocara (103, 105, 106, 66, 67, 68, 70).

    Il taglio della cima: un impatto paesaggistico inammissibile

    Attualmente è all’esame il piano dell’ottobre 2018 (con le integrazioni del novembre 2018) relativo alla prima fase che, nelle more dell’approvazione del piano attuativo di bacino estrattivo (PABE), consente l’estrazione del 30% del volume della precedente autorizzazione, pari a 338.475 m3 per la sola cava Calocara A (1.279.868 m3 per l’insieme delle cave considerate).

    Tuttavia, come la relazione tecnica tiene a sottolineare, questa fase estrattiva «è prodromica al progetto completo» … «che non può che rappresentare il futuro corretto coronamento dell’attività estrattiva nei siti de quo, anche nell’ottica di massima tutela degli interessi coinvolti nelle debite valutazioni». Il progetto, infatti, «è stato sviluppato tenendo ben presente quello che comunque sarà l’obiettivo cui si dovrà tendere, anche al fine di gettare le basi per un effettivo razionale sviluppo che dovrà forzatamente seguire».

    Il progetto prevede, tra l’altro, lavorazioni «eseguite per il buon governo del giacimento» …  «per realizzare gradonature a sicurezza delle coltivazioni dei cantieri inferiori nella parte del Diaframma e della Parete Nord, con la ripresa delle passate lavorazioni di bonifica a partire dalla sommità del massiccio».

    Ciò in vista della futura «prosecuzione di lavorazioni non produttive e di bonifica sulla parte sommitale del suddetto massiccio in corrispondenza del Cantiere Superiore Parete Nord della cava. Tali lavorazioni costituiscono in sostanza la prosecuzione degli analoghi interventi sommitali eseguiti dagli anni 2000 su disposizione della ASL locale. L’intervento di splateamento della sommità del massiccio era già stato proposto, per motivi di sicurezza, nella precedente fase autorizzativa del vigente piano di coltivazione, ma non attuato in difetto urbanisticamente della destinazione ad area estrattiva di una parte della sommità del massiccio, oggi invece integralmente incluso nella suddetta area estrattiva. Tutte le lavorazioni, come in precedenza, sono progettate in modo da far assumere al massiccio attuale una configurazione, dall’alto verso il basso, a ripiani (gradoni) in cascata e raccordati tra loro».

    Considerate le precisazioni della ditta, indubbiamente interessate ma razionali, l’istruttoria dell’au­to­riz­za­zione non può restringere l’esame alla sola fase estrattiva del 30% citato ma, essendo quest’ultima prodromica e funzionale alle previste lavorazioni successive, deve estendersi al loro insieme.

    Per questo motivo, rompendo la nostra consuetudine di osservazioni puntuali alle singole relazioni progettuali, ci limitiamo a un’osservazione generale sull’inaccettabile impatto paesaggistico previsto dal progetto, aiutandoci con le fotosimulazioni prodotte dalla ditta stessa.

    Come dichiarato dalla ditta e mostrato nelle Fig. 1-3, i lavori oggetto della richiesta di autorizzazione prevedono di “mangiare” il crinale del M. Betogli da tre lati (Nord, Sud e Est), in vista del futuro taglio (splateamento) della cima anche sul lato ovest, che renderebbe visibile anche dal mare i fronti del complesso delle cave Betogli-Calocara.

    Pertanto, visto l’inaccettabile impatto paesaggistico, riteniamo che la richiesta di autorizzazione debba essere respinta.
     

     

     

    La ditta disprezza crinali e vette, ma i carraresi li amano!

    Nell’arrogante lettera del 19/6/18, la ditta contesta «l’immotivata decisione di salvaguardare il profilo montuoso» poiché:

  • il PIT, tra gli obiettivi di qualità, «prevede di salvaguardare i caratteri della morfologia dei crinali e delle vette ancora integri e non residuali»; il crinale del M. Betogli, essendo non integro, in quanto già intaccato (dalla stessa cava 102-Calocara A) o già rimosso (dalla cava 103-Calocara B), non richiederebbe pertanto alcuna salvaguardia;
  • l’intervisibilità (la visibilità del crinale da più punti d’osservazione) misura la percezione dell’impatto dell’escavazione, ma «non è uno strumento attraverso il quale valutare l’ammissibilità del progetto di riduzione del monte»;
  • il monte è già stato tagliato e inciso a seguito dei provvedimenti di sicurezza dell’ASL n. 19/1998 e n. 18/1999. «Nell’occasione non era stato possibile effettuare la riduzione del monte nei termini proposti attualmente, in quanto la parte del monte di interesse attuale non era compresa, come lo è ora, tra le aree estrattive dagli strumenti urbanistici all’epoca vigenti».
  • In poche parole, la ditta sostiene che le due cave, avendo già devastato il crinale, avrebbero acquisito il diritto a proseguire la devastazione.

    Nella certezza che i carraresi non condividano il disprezzo della ditta per “l’immotivata” salvaguardia di vette e crinali, chiediamo una ferma decisione che privilegi la tutela del paesaggio rispetto agli interessi della ditta che, comportandosi da “padrona” della montagna, intende distruggere anche beni comuni immateriali tanto amati dai cittadini.

    Prevenire l’uso interessato di tagli per motivi di sicurezza

    Merita notare che, come sopra citato, il taglio della cima, già richiesto in passato dalla ditta, è da essa dichiarato «la prosecuzione degli analoghi interventi sommitali eseguiti dagli anni 2000 su disposizione della ASL locale» e necessario «ai fini di poter realizzare le coltivazioni in piena sicurezza nei cantieri inferiori».

    Il ripetuto richiamo ai provvedimenti di sicurezza dell’ASL mette in luce il rischio che si affermi una logica perversa, che cioè prima si scavi in maniera azzardata fino a creare situazioni di pericolo e poi l’intervento dell’ASL a tutela della sicurezza dei cavatori sia sfruttato come grimaldello per estendere l’escavazione, aggirando la tutela delle risorse dei cittadini (ambientali e paesaggistiche).

    Non si può quindi escludere la possibilità che, come avvenuto per la cava Fossa Combratta, nel corso dei lavori vengano a crearsi situazioni di instabilità tali da condurre l’ASL a emanare un’ordi­nanza di messa in sicurezza (nel caso specifico mediante il taglio della cima).

    Per contrastare questa logica perversa si chiede che la ferrea salvaguardia della cima sia accompagnata da una revisione del piano d’escavazione che escluda l’estrazione anche dai cantieri inferiori, al fine di evitare la possibilità che vengano poi a trovarsi, in futuro, in condizioni di insicurezza lavorativa.

    Altre criticità ambientali

    Nel sottolineare l’urgenza e l’importanza di evitare la decapitazione del M. Betoglie di prevenire modalità estrattive finalizzate a evitare l’uso strumentale dei provvedimenti di messa in sicurezza, aggiungiamo brevemente alcune osservazioni “di routine” che avanziamo –inascoltati– alla quasi totalità delle cave. Nel caso specifico:

  • nonostante la ditta vanti sistemi di gestione ambientale certificati UNI EN ISO 14001 e 9001, l’esca­vazione del M. Betogli procede nell’assoluta indifferenza verso la tutela dell’acquifero, senza fermarsi laddove interseca i condotti carsici. Peraltro, nello studio di impatto ambientale (ottobre 2018) si afferma che «Tutta l’area oggetto del presente studio non risulta interessata dalla presenza di cavità sotterranee (grotte, abissi, etc) determinate da fenomeni carsici. Non si rinviene la presenza di alcun fenomeno carsico anche superficiale né di possibili ingressi ad un possibile sistema carsico adiacente. Inoltre l’escavazione su queste aree sia in essere da tempo e come non si siano ad oggi registrati fenomeni di “inquinamento” idrogeologico, ascrivibili a queste attività». Si tratta di affermazioni non vere: in tutta l’area delle cave Betogli-Calocara, infatti, sono palesemente visibili a occhio nudo condotti carsici messi a nudo dai tagli (Fig. 4) e l’intorbidamento delle sorgenti che alimentano l’acquedotto cittadino è un fenomeno frequente.
  • le vasche di sedimentazione delle acque meteoriche sono assolutamente insufficienti, sia perché dimensionate per le sole acque delle aree servizi anziché per le intere superfici di cava, sia perché progettate senza alcun calcolo che assicuri in esse velocità tali da garantire la completa sedimentazione di marmettola e terre; il risultato è che dalle vasche fuoriescono acque torbide che si immettono nei corsi d’acqua superficiali;
  • il progetto non prevede il costante mantenimento di un’accurata pulizia delle superfici di cava che sono, pertanto, costantemente invase da marmettola e terre, fonte di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee;
  • il piano non prevede l’allontanamento di tutti i detriti prodotti, ma solo del «materiale detritico in eccesso o non più utilizzato per la lavorazione della cava», che viene accumulato senza alcuna protezione dal dilavamento meteorico.
  • Si tratta di altri buoni motivi per respingere il piano di coltivazione.

    https://pdf.printfriendly.com/camo/dbf086ae91d619aeddfa58151c15c40a4c91870a/68747470733a2f2f73322e676f6f676c6575736572636f6e74656e742e636f6d2f73322f66617669636f6e733f646f6d61696e3d7777772e6c6567616d6269656e7465636172726172612e6974legambientecarrara.it/2018/11/21/giu-le-mani-dalla-cima-del-monte-betogli/

     
    Carrara, 21 novembre 2018
    Legambiente Carrara
     

     

     

    proseguono gli incontri de "i venerdì del CAI" sui temi della frequentazione della montagna; saranno curati dall'istruttore Paolo Tonarelli assistito da altri esperti di temi specifici.

    Incontri utili a tutti, ai neofiti, per approcciarsi consapevolmente a questa attività, e ai più esperti, per un ripasso e per confrontarsi mettendo insieme le rispettive conoscenze ed esperienze.

    Questi gli argomenti che verranno trattati, elenco suscettibile di variazioni in funzione delle richieste di approfondimento che emergeranno di volta in volta le date verranno stabilite e comunicate per tempo su questa pagina e sulla nostra pagina facebook 

    Cenni sull’esecuzione di una calata in corda doppia

    Uscita in ambiente: corda fissa e corda doppia

    Cenni sulla progressione in ferrata

    Cenni sulla geologia delle Apuane

    Per info: Paolo Tonarelli 331/6824404

    L’invito di partecipazione, gratuito, è esteso a tutti i soci ed anche ai non soci
    Le date potrebbero essere oggetto di variazione a discrezione dei relatori

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